Kaspersky ha pubblicato i dati sulla diffusione di email spazzatura rilevate dai suoi software. Anche se il numero dei messaggi di spam è leggermente diminuito rispetto al mese precedente, è invece aumentata sia la percentuale di email phishing sia il numero di allegato infetti. Gli spammer hanno infatti sfruttato le festività di marzo per cercare di ingannare gli utenti. I malintenzionati non hanno ignorato nemmeno le principali notizie politiche, come la morte del Presidente venezuelano Hugo Chavez, per attuare le famigerate “truffe nigeriane”. L’Italia si conferma uno dei paesi più attivi nella distribuzione di spam.
Durante il mese di marzo, Internet è stata invasa da milioni di email fraudolente che includevano messaggi pubblicitari legati alla Pasqua e alla Festa di San Patrizio. Inoltre, poco dopo la morte di Hugo Chavez sono iniziate a circolare email con le quali gli spammer hanno cercato di mettere in atto una truffa nigeriana: il destinatario doveva fornire la sua collaborazione per riscuotere una certa somma di denaro (nascosta dall’ex Presidente in un conto segreto), in cambio di una percentuale. Ovviamente il costo dell’operazione finanziaria era a carico dell’utente.
Analizzando la distribuzione geografica delle fonti di spam si scopre che l’Italia occupa una posizione di primo piano. Gli spammer italiani inviano agli utenti europei il 6,4% di email spazzatura. Grazie a questo dato, il nostro paese si posiziona al quarto posto. Il primo posto è occupato dalla Corea del Sud (36,8%), seguita da Cina (11,2%) e Stati Uniti (10,1%). Per quanto riguarda, invece, la rilevazione degli allegati contenenti malware, l’Italia occupa il quarto posto con il 6,6%. Si tratta di un miglioramento rispetto al mese di febbraio, quando l’Italia era addirittura al primo posto della classifica.
Tra i bersagli preferiti degli attacchi di phishing ci sono i social network, le organizzazioni finanziarie e i motori di ricerca. Nella maggior parte dei casi, l’email ricevuta contiene un invito a digitare le credenziali di accesso al conto corrente online. Ricordiamo che nessuna banca chiede agli utenti di effettuare un’operazione simile.