Italia, ora il WiFi è libero?

La FIPE porta ai pubblici esercenti un risultato storico: potranno offrire il WiFi ai propri clienti senza dover chiedere loro alcuna identificazione.
Italia, ora il WiFi è libero?
La FIPE porta ai pubblici esercenti un risultato storico: potranno offrire il WiFi ai propri clienti senza dover chiedere loro alcuna identificazione.

Dal Garante per la Privacy giunge una sentenza che di fatto sembra stravolgere quello che è stato fino ad oggi uno degli handicap principali per la diffusione del WiFi libero in Italia. Una sentenza che nasce da una interpretazione firmata originariamente dalla FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) consacrata a verità dalla conferma del Garante. Il condizionale è d’obbligo poiché la nuova interpretazione rimane comunque in contraddizione con quanto previsto dalla normativa che impone l’identificazione del navigatore, ma trattasi di un nuovo strappo nella direzione auspicata da utenti ed esercenti.

Spiega la FIPE all’interno del proprio comunicato ufficiale: «Dando ragione all’interpretazione di Fipe, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia, l’Autorità garante della Protezione dei dati personali ha confermato che gli esercenti pubblici possono mettere liberamente a disposizione degli utenti la connessione wi-fi ed eventualmente Pc e terminali di qualsiasi tipo». La novità eclatante è nel modo in cui viene rivoltato l’orizzonte precedente: si passa da un quadro nel quale l’esercente è costretto a chiedere i dati ai propri clienti, ad un nuovo quadro nel quale è l’utente a poter scegliere se cedere o meno i propri dati:

[…] i gestori dei locali saranno sollevati da qualsiasi responsabilità rispetto alla navigazione in Internet da parte dei loro clienti e, nel caso volessero entrare in possesso di informazioni più dettagliate riguardo all’uso della rete, dovranno richiedere al consumatore di firmare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali.

«Questo caso», continua infatti la comunicazione della FIPE, «rientra fra quelli in cui non può essere effettuato il trattamento dei dati personali senza necessità del consenso del soggetto interessato».

Se prima l’esercente (ristoranti, bar, pub, spiagge e quant’altro) era costretto ad adottare strumenti di monitoraggio degli utenti in virtù delle costrizioni imposte dalla normativa, ora tali strumenti di controllo potranno essere utilizzati soltanto previa autorizzazione dell’utente. La medesima firma che prima frenava l’offerta libera del WiFi nei locali, insomma, diventa ora la manleva che li tutela da qualsivoglia restrizione normativa.

Lino Stoppani, presidente FIPE, si felicita per il risultato raggiunto grazie alla pressione portata avanti dalla sua Federazione:

La connessione wi-fi libera nei pubblici esercizi va verso la direzione delle smart city. Bar, ristoranti, discoteche, stabilimenti balneari diventano sempre più interattivi e sono così in grado di offrire ai clienti un servizio importante nell’era del digitale

D’ora in poi, insomma, gli esercenti pubblici potranno offrire in Italia una connessione WiFi ai propri clienti senza dover per forza raccogliere i loro dati personali. Una piccola grande rivoluzione, insomma, per una nazione rimasta al giogo della “Pisanu” e delle “Milleproroghe” per troppo tempo. Ora il WiFi è libero ed è questo un momento importante sotto molti punti di vista: uno stimolo culturale, uno stimolo economico, una svolta.

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