In attesa che normali navigatori, aziende e Pubbliche amministrazioni individuino le vere killer application del Web 2.0 (che per chi non lo sapesse sono le applicazioni che trainano l’utilizzo di una nuova tecnologia rendendola “popolare”), ecco che salta fuori in maniera clamorosa quella che, forse, può considerarsi un'”applicazione suicida” del Web in vecchio stile.
Sembra infatti che stavolta il progetto editoriale Italia.it chiuda davvero i battenti dopo mesi di agonia e una vita segnata da polemiche senza fine.
Evitando ogni polemica politica (non è certo questa la sede), Italia.it era un progetto editoriale e multimediale di proporzioni e ambizioni mastodontiche che, probabilmente, non ha saputo reggere una progettazione basata su un modo di intendere la comunicazione via Web che ormai ha segnato il suo tempo. Quello che appariva dall’esterno, era che Italia.it facesse parte di un Web progettato come un’enciclopedia multimediale pensata per essere (solo) sfogliata dagli utenti.
Un Web costruito su investimenti e previsioni di sforzi di gestione nel tempo che farebbero tremare i polsi a qualsiasi editore e redazione, per quanto ben strutturati. Un Web che sfoggia tecnologie “quasi” all’avanguardia, ma che si dimentica che qualcuno dovrà anche usarle perché abbiano senso; che guarda e replica le best practice esistenti, ma non vuole correre rischi per sperimentare nuove strade e che, forse, viene imposto dall’alto e non arriva mai in basso, quindi non ha modo di emergere nell’era in cui YouTube e Wikipedia la fanno da padroni.
A questo punto, viene da chiedere ai detrattori del Web 2.0 delle “buone idee e dagli scarsi mezzi” se il vecchio Web e i suoi modelli (economici, editoriali, progettuali, tecnologici, politici ecc.) possano ancora sopravvivere.
Fino a qui la facile, forse troppo facile, individuazione di qualcosa che non ha funzionato come ci si aspettava. Ma oltre al sentito augurio a tutti i seri professionisti che lavorano a Italia.it perché il progetto risorga e prosperi oltre le più rosee aspettative (l’Italia ne avrebbe solo da guadagnarci…), quali concreti spunti o azioni si possono compiere “dal basso” perché non svanisca tutto in fumo? Quale mix di Web 2.0 e web vecchia maniera potrebbe trasformare Italia.it in un progetto vincente?
Io ritengo il citizen journalism (giornalismo partecipativo) un punto di partenza a cui prestare attenzione… sempre che ci sia la volontà di continuare il progetto!