La storia di Italia vive una situazione al limite del paradosso. Gli italiani hanno bocciato il progetto in toto: bocciato il logo, bocciata l’idea, bocciata la struttura, bocciata la realizzazione. Bocciato, soprattutto e clamorosamente, il budget stanziato e speso per un progetto poi finito miseramente. Eppure c’è chi quel progetto non intende in alcun modo abbandonarlo: la classe politica.
Prima venne la silente sepoltura: Italia.it è stato spento un venerdì pomeriggio, nessun annuncio ufficiale e semplicemente il reset di tutto quel che era stato fatto. Addio Italia.it? Niente affatto. Rutelli difende il proprio operato e attacca chi lo ha preceduto, avviene un rapido passaggio di consegne ed una prima conferma prende corpo: il sito è destinato a continuare il proprio percorso, sebbene forse meriti qualche ripensamento ed una riformulazione della spesa stanziata (non al ribasso, di questo nessuno ha mai parlato).
Poi, però, l’imponderabile (si, ok, parolona…): cade il Governo.
Il momento sembra buono per uno stallo dei lavori dedicabile ad una pausa di riflessione, invece il tutto prosegue più celermente che mai con nuove concessioni alle regioni (21 milioni di euro da elargire prima che sia troppo tardi) e nuovi calcoli che portano effettivamente a 45 i milioni che verranno in tutto spesi per la realizzazione del famigerato portale del turismo italiano.
L’ultima conferma giunge dal Million Portal Bay, blog che riprende le parole di Lucio Stanca su Economy sottolineando una promessa che in molti avrebbero probabilmente preferito non leggere:
Se il centrodestra tornerà presto al governo come sembra, e se avrò ancora la possibilità di occuparmene, rimetterò subito in funzione Italia.it. È da lì che bisogna parire, seppure con le opportune modifiche
Non solo. Stanca conferma altresì la bontà dell’idea, scarica a sua volta le colpe sul governo del centrosinistra e difende a spada tratta il proprio operato:
Le imprese che hanno vinto la gara avevano già sperimentato con successo le loro tecnologie per analoghi portali […] si trattava solo di assemblarli e adattarli all’Italia […] il portale non merita le contestazioni tecniche ricevute
Forse è anche in questi strappi che è possibile misurare con maggiore chiarezza la distanza tra classe dirigente e cittadini. Italia.it viene valutato in modi totalmente differenti ed in questa discrasia è destinato a perdurare tanto il progetto quanto il braccio di ferro con i detrattori che dall’ingente spesa in ballo si aspettano ben altri risultati.