Italia.it, risposte poco incoraggianti

Scandalo Italiano ha pubblicato la risposta ricevuta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla lettera aperta pubblicata sul web e firmata da 1500 utenti per chiedere maggiore trasparenza su Italia.it. I contenuti non sono però incoraggianti
Italia.it, risposte poco incoraggianti
Scandalo Italiano ha pubblicato la risposta ricevuta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla lettera aperta pubblicata sul web e firmata da 1500 utenti per chiedere maggiore trasparenza su Italia.it. I contenuti non sono però incoraggianti

Scandalo Italiano aveva a suo tempo scritto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La lettera chiedeva apertamente l’accesso alla documentazione relativa a Italia.it, così che il processo di costruzione del noto sito da 45 milioni di euro avesse potuto trovare finalmente la trasparenza necessaria. La lettera ha raccolto in rete le firme di coloro i quali (in 1500) hanno appoggiato l’iniziativa del blog prima che l’iniziativa stessa si chiudesse in volontario ammutinamento con la promessa di tornare in vita appena qualcosa si fosse smosso.

Così è stato: il capo del Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie (Ufficio Politiche per la digitalizzazione della P.A.) ha risposto a Scandalo Italiano a nome della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Scrive l’ing. Ciro Esposito:

«In esito all’istanza dell’aggregazione di cittadini denominata Scandalo Italiano del 2 aprile 2007, qui pervenuta in data 19 aprile 2007, concernente l’accesso alla documentazione relativa al progetto del portale del turismo, Italia.it, si informa che quest’Amministrazione ha richiesto il parere della Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi sulla trasparenza dell’attività della Pubblica Amministrazione in ordine all’ammissibilità dell’istanza prodotta. Si fa riserva di fornire ulteriori informazioni sull’iter della richiesta».

Scandalo Italiano apprende così come le settimane passate non hanno smosso granchè la situazione ed hanno invece affondato nella burocrazia e nell’empasse i rapporti tra il gruppo e le istituzioni: «dunque niente buon senso, atto di buona volontà, dimostrazione di trasparenza: ci si rifa a muso duro alle cervellotiche normative esistenti in tema di trasparenza nella PA, e a tutti i loro cavilli. […] Come potete leggere, si tratta per l’appunto di una richiesta di parere che verte sul fatto se l’aggregazione di cittadini firmataria della lettera promossa da scandaloitaliano abbia il diritto o meno ad accedere alla documentazione di italia.it. La cosa interessante, però, è che tale richiesta di parere, lungi dall’essere neutra, fornisce di già alla commissione alcune obiezioni che parrebbero dimostrare che tale diritto non sussiste. Insomma, il dott. Stancanelli chiede un parere, ma nel chiedere un parere già fornisce la possibile risposta. Ovviamente negativa nei confronti della richiesta di accesso ai documenti. Quel che si dice essere collaborativi, ed avere fiducia nella capacità di giudizio della Commissione!».

Recita infatti la seconda parte della lettera, quella relativa alla richiesta alla “Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi sulla trasparenza dell’attività della Pubblica amministrazione”:

«Con istanza del 2 aprile 2007 […] Scandaloitaliano, che si definisce un spontanea aggregazione di cittadini, ha richiesto il rilascio della documentazione attinente la realizzazione del portale del turismo Italia.it. […] Si chiede pertanto a codesta Commissione di esprimere un parere in ordine all’ammissibilità al diritto di accesso agli atti in possesso di quest’Amministrazione da parte della aggregazione di cittadini denominata Scandalo italiano, attesa la necessità di identificare se sussista o meno la legittimità all’azione in quanto ente esponenziale portatore di interessi suscettibili di tutela. Si osserva infatti che la norma […] nel riconoscere “per interessati, tutti i soggetti privati, compresi quelli portatori di interessi publbici o diffusi, che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale”, condiziona l’esercizio del diritto di accesso all’individuazione di una situazione giuridicamente rilevante che configuri un nesso tra l’oggetto dell’accesso ed i fini contenuti nello statuto dell’ente richiedente. A ciò si aggiunge come alla luce delle più recenti pronunce giurisprudenziali sia stato negato l’accesso nei casi di istanze finalizzate a svolgere un controllo sull’operato della P.A. avulso da un interesse specifico del richiedente, non potendo identificarsi una posizione giuridicamente tutelata con il generico ed indistinto interesse di ogni cittadino al buon andamento dell’azione amministrativa, demandata ad altri organi costituzionalmente previsti». Firmato Alberto Stancanelli, Capo Gabinetto del Ministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione.

La risposta di Scandalo Italiano sottolinea con un significativo grassetto la parte fondamentale della risposta: «eccoci al dunque. Rileggete bene l’ultimo paragrafo. Nero su bianco. Scritto da un rappresentante del governo italiano, il braccio destro del ministro Nicolais. Ripetete con me: il “generico ed indistinto interesse di ogni cittadino al buon andamento dell’azione amministrativa” non è “una posizione giuridicamente tutelata”».

In attesa e nella speranza di una risposta positiva da parte della Commissione interpellata, Scandalo Italiano torna in ibernazione auspicando la massima eco da parte dell’utenza per la risposta ricevuta: il possibile insabbiamento potrebbe essere giunto ad una fase fondamentale.

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