Per un italiano su quattro il proprio telefono peggiora nel tempo. Questo è il risultato di un’indagine condotta da Censuswide per conto di HMD Global, la casa dei telefoni Nokia, che mostra come il rapporto tra gli italiani ed i produttori di smartphone non sia proprio dei migliori. Secondo l’indagine, quindi, per un italiano su quattro il proprio smartphone è destinato a peggiorare nel corso del tempo. Un 10%, addirittura, è sicuro che i device siano progettati proprio per smettere di funzionare trascorsi dodici mesi dall’acquisto.
Non stupisce, quindi, che da questi risultati derivi una mancanza di fiducia in uno specifico vendor, come dichiarato da quasi la metà degli intervistati (48%). Nonostante queste dichiarazioni di “sfiducia”, gli italiani si dimostrano molto “conservativi”. La maggior parte cambia il proprio device dopo più di due anni. Tra i motivi che spingono al cambio il fatto che il telefono smette di funzionare in maniera fluida e che tutte le funzioni risultano rallentate (64%), oppure perché si vuole più memoria (28%).
Secondo l’indagine, sono molti i criteri che portano gli italiani all’acquisto di un nuovo smartphone. C’è chi guarda al design o al colore, oppure chi, come i più “smanettoni”, desidera hardware di ultima generazione per godersi sempre il massimo delle prestazioni.
Costo del device e sistema operativo (entrambi al 67%) rappresentano i criteri di acquisto principali in Italia. La durata della batteria segue a breve distanza (65%), mentre qualità della fotocamera (48%) e ciclo di vita del telefono (48%) sono un po’ più distanziati, ma comunque presi in considerazione da gran parte degli intervistati.
Dati interessanti che mostrano come gli Italiani continuino ad essere scettici su come i produttori di smartphone progettano e aggiornano i loro prodotti.