Un italiano su tre sceglie di acquistare brani in download oppure di ascoltarli in streaming almeno una volta a settimana, a dimostrazione di quanto la fruizione della musica digitale sia ormai entrata a far parte del DNA dei nostri connazionali. Un trend confermato dallo studio Samsung Techonomic Index. Dalla ricerca emerge inoltre che in Italia si spendono 5 euro in più al mese rispetto alla media europea per coltivare questa passione.
I dati rilevati di recente da Deloitte per FIMI parlano chiaro: nei primi sei mesi dell’anno il comparto musicale ha generato nel nostro paese un volume d’affari pari a 53,6 milioni di euro, il 43% dei quali provenienti dal digitale. Smartphone, tablet e computer stanno dunque sempre più diventando il punto d’accesso prediletto per l’ascolto di playlist, album e singoli, grazie alla loro facilità e immediatezza di fruizione. Ad innescare la tendenza anche le funzionalità social offerte dalle piattaforme online, che consentono agli utenti di condividere suggerimenti e consigli con i propri amici.
Lo streaming batte il download, anche se di poco: il 33% degli italiani lo effettua almeno una volta ogni sette giorni, mentre il 29% sceglie di scaricare le canzoni per ascoltarle in modalità offline. Nel resto d’Europa le percentuali sono rispettivamente il 31% e il 28%.
Confermata dunque la calorosa accoglienza riservata nello Stivale per servizi come Spotify, Google Play Music e Deezer, il cui catalogo di brani e album va via via arricchendosi con l’inclusione delle novità discografiche e con il recupero di alcune opere che hanno segnato la storia della musica. Il questionario a cui si fa riferimento è stato condotto online nel periodo compreso tra il 14 e il 28 aprile 2014, coinvolgendo un totale di 5.000 persone di età compresa fra 18 e i 65 anni in cinque paesi del vecchio continente (Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna).