Le tavolette si stanno diffondendo a vista d’occhio, e l’uscita del nuovo iPad non potrà che consolidare l’avanzata globale di questo device nell’elettronica di consumo. Eppure, a continenti e popoli differenti corrispondono propensioni differenti. Un report firmato Nielsen, infatti, ha stabilito che gli americani sono sempre più disposti a pagare per i contenuti e le applicazioni del loro tablet, tranne che su una voce: le notizie. La volontà più forte di pagare per avere notizie si trova invece da un’altra parte, forse anche inaspettatamente: in Italia.
Sfiducia nei media tradizionali? Può darsi, ma certamente il sondaggio rivela alcune statistiche illuminanti: negli USA la musica è il genere di contenuto più scaricato (62%), superiore ai libri, che sono stati scaricati del 58% del campione della ricerca, mentre i film riguardano un utente su due. Le news a pagamento – quelle a cui la News Corp. di Rupert Murdoch ha dedicato tante energie, per esempio – sono il tipo meno popolare di contenuto, scaricati da appena il 19%. Un po’ meglio i magazine e le web radio specializzate, soprattutto a carattere sportivo.
Se invece si vanno a guardare le preferenze degli europei si entra in altre mappe concettuali: nel vecchio continente le notizie sono la categoria più popolare per i possessori di tablet: il 44% degli italiani possessori di un tablet hanno già pagato per averle di qualità. Gli europei monitorati dal sondaggio Nielsen sono in generale molto meno disposti a pagare per la musica: solo il 9% dei tedeschi, ad esempio, crede che valga la pena farlo e la prudenza resta anche con film e libri, con percentuali che a malapena raggiungono il 20%.
TechCrunch si è interrogato su questa differenza vistosa: per quale ragione una categoria così popolare come le news online sono così diversamente desiderate? Secondo il famoso blog americano in Italia la formula premium, che prevede contenuti gratuiti e a pagamento per gli approfondimenti, in un contesto di povertà di applicazioni gratuite e di nuove iniziative editoriali ha spinto i possessori di tablet a una scelta quasi obbligata. Insomma, sarebbe una questione di mercato.
Ma c’è anche una sottile differenza di mezzo: le percentuali molto alte degli americani rispetto a certi contenuti si abbassano molto quando si chiede se davvero si è speso per il paid content. Dopo il periodo di prova molti non confermano l’applicazione e tornano alla navigazione libera, quindi rispondono sì alla domanda sull’intenzione, ma no a quella sul reale pagamento.