«Il 90% degli italiani valuta positivamente i propri comportamenti alle prese con la tecnologia, ma solo uno su cinque in realtà si comporta bene al cellulare o al computer»: è questa la conclusione a cui è giunta una ricerca Intel condotta in collaborazione con Redshift Research nell’area EMEA (italia compresa) in relazione al rapporto tra gli utenti ed i propri dispositivi elettronici.
Secondo quanto emerso è ormai estesa la consapevolezza del fatto che gli smartphone, ad esempio, non vanno utilizzati mentre si è alla guida di una automobile: il 77% considera questa abitudine la peggiore in assoluto, seguita dal dialogo ad alta voce in pubblico (73%), le suonerie troppo invadenti (58%) o distrarre una conversazione parlando sul dispositivo (55%) o inviando messaggi (44%). La ricerca fotografa però un’utenza che predica bene e razzola male:
Ben un italiano su tre scrive infatti messaggi alla guida e uno su due lo fa in compagnia di altri nel mezzo di una conversazione. Un altro 50% utilizza infine i dispositivi mobili nella propria camera da letto, con buona pace del partner (sempre a patto che non faccia altrettanto).
La ricerca vede il gentil sesso più “addicted”, mentre in generale è a tavola che l’utenza tende a fare più volentieri a meno del dispositivo mobile personale. Fuori dal pasto, però, lo smartphone diventa un elemento imprescindibile ed irrinunciabile: il 93% degli italiani dichiara di non poterne fare a meno ed il 40% degli intervistati confessa addirittura di non muoversi senza almeno due diversi dispositivi appresso (il laptop è il secondo device più desiderato, mentre netbook e tablet si posizionano con quote dell’11 e del 4%).
Tali dinamiche fotografano il lento formarsi di un’etichetta e di una netiquette: la penetrazione dei nuovi dispositivi nella vita di tutti i giorni costringe tutti a nuove forme di adattamento e nuove regole di comportamento, cercando così di far spazio alle nuove esigenze ed alle nuove forme di disturbo sociale identificare da telefonini, tablet ed ogni altro dispositivo via via introdotto. Spiega Genevieve Bell, alla guida della ricerca per conto di Intel:
Quando guardiamo ai risultati dell’indagine e capiamo le frustrazioni – se non la vera e propria confusione – che derivano dalle modalità con cui oggi i dispositivi mobili vengono utilizzati, appare evidente che ci troviamo di fronte ancora ad una fase precoce dell’attuale evoluzione digitale, in cui non è chiaro come questi dispositivi e questi comportamenti si debbano integrare nei diversi mondi. Questo tipo di normalizzazione sociale, queste nuove regole del vivere civile o, più semplicemente, l'”etichetta”, come spesso viene chiamata, sono infatti il frutto di molti anni di evoluzione. Un’evoluzione che passa necessariamente attraverso le generazioni