La cavalcata di Tex Willer è stata fermata. Non è ovviamente il noto personaggio dei fumetti, ma è invece questo il nickname di P.G., 49 anni, a capo del network “Italianshare“: la rete è descritta dalla FIMI come «vero e proprio supermarket della pirateria tra i più diffusi in Italia, con oltre 136 mila utenti iscritti e 31.360 opere coperte da copyright illecitamente in condivisione». Il network era composto dai seguenti siti, ora tutti chiusi e sotto il controllo della Guardia di Finanza:
- www.italianshare.net;
- musicshare.italiannetwork.net;
- filmshare.italiannetwork.net;
- uwp.italiannetwork.net;
- www.italiansexy.net.
Il network consentiva il download illegale di ogni sorta di contenuto: dalle serie tv ai cartoon, dai videogiochi alla musica, dal porno al software e così via.
I siti appartenenti al network “ITALIANSHARE” si presentavano come forum finalizzati alla raccolta, indicizzazione e diffusione di materiale tutelato, mediante diverse modalità che andavano dal download classico (link ai c.d. “cyberlockers”) alla fruizione in streaming di palinsesti e/o contenuti cinematografici/musicali, fino alla condivisione di collegamenti utili alle note piattaforme di p2p come “Torrent” (c.d. file .torrent) e “eMule” (c.d. link ED2K). Pertanto, come riportato anche nel messaggio di benvenuto, ITALIANSHARE risultava essere una piattaforma P2P multiprotocollo, la prima sottoposta a sequestro in Italia.
Il traffico sul sito è valutato nell’ordine dei 550 mila utenti al mese, nel 97% dei casi italiani, le cui attività di download erano concentrate su qualcosa come 31 mila unità di contenuto disponibile. L’operazione è stata portata avanti dalla Guardia di Finanza di Agropoli con il supporto tecnico di F.P.M. (Federazione contro la Pirateria Musicale), A.E.S.V.I. (Associazione Editori Software Videoludici Italiani) e F.A.P.A.V. (Federazione antipirateria audiovisiva).
Non solo i siti sono stati fermati, ma le Fiamme Gialle sono riuscita anche a portare a segno tre fermi, risalendo altresì alle fonti di approvvigionamento e ricostruendo le varie fonti di lucro attivate (dall’advertising alle donazioni). Queste ultime sono state fondamentali per la ricostruzione della rete poiché hanno permesso di ricostruire l’intera struttura. Tutto ciò non tanto seguendo i bit, quanto piuttosto seguendo il denaro: ricostruendo i passaggi è stato possibile risalire ai responsabili e da questi ultimi si è potuto agire stroncando l’attività e fermando i siti del network.
Le indagini non si fermano qui: una volta fermata l’attività, occorrerà ora stabilire il danno comminato, l’identificazione di tutti i soggetti coinvolti e la valutazione di tutti gli elementi che occorrerà in seguito portare al processo. Per poi tentare di salire più a monte, nel tentativo di estendere le operazioni anche al di fuori del solo Italianshare: la FIMI ricorda che le perizie tecniche sui file consentiranno infatti di avere elementi precisi «in relazione alle responsabilità di coloro che hanno messo illecitamente in condivisione sul web le decine di migliaia di opere tutelate dal diritto d’autore». In considerazione del fatto che tra il materiale distribuito v’erano anche numerose pre-release, le indagini potrebbero pertanto ricostruire anche i meccanismi che consentono ai file di arrivare sulle piattaforme di distribuzione illegale prima ancora di essere in commercio.