Dietro l’ultima versione di iTunes c’è la pistola fumante di un compromesso che Apple è stata costretta a controfirmare con le major: l’aggiornamento del music store di Cupertino, infatti, è stato portato in rete a poche ore dal rilascio della precedente versione 7.4 con cui il software permetteva di creare suonerie da usare sull’iPhone. C’era però un errore fatale nel processo di acquisto.
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La storia deve partire dall’inizio, da quanto l’iPhone è stato presentato agli utenti senza la possibilità di usare i brani archiviati come suonerie. Il paradosso era evidente: il telefono era dotato di tutte le facoltà di un normale iPod, ma la funzione più logicamente prevedibile non era invece compresa. Tra Apple e le major stava evidentemente maturando ancora l’accordo definitivo, accordo che ha portato all’aggiornamento del music store e alla possibilità di scaricare canzoni da usare come suonerie al patto di un pagamento doppio: 0.99 per sentire la canzone e altri 0.99 per poterla usare come suoneria. iTunes mette addirittura a disposizione un editor per tagliare il brano a proprio piacimento, così da tagliare pochi secondi da un brano intero.
Per l’utenza, però, i 0.99 euro aggiuntivi possono sembrare un imbarazzo che Apple avrebbe potuto evitare. L’azienda si è affrettata a sottolineare nella presentazione del sito ufficiale come il prezzo sia assolutamente in linea con la media del mercato, ma c’è un impiccio nel software: iTunes 7.4 permette di creare le suonerie a partire dai brani, ma rinominando i brani senza passare per iTunes è possibile bypassare i controlli e far sì che qualsiasi file musicale possa diventare una suoneria immediatamente ed a titolo gratuito. La magia è fattibile usando la formula “.m4r” sul nome del file stesso.
La magia è però presto vanificata: Apple ha aggiornato iTunes ed ha reso obbligatorio il passaggio per il software. Ora gli utenti non possono più semplicemente rinominare i file per renderli suonerie e debbono giocoforza pagare l’orpello degli 0.99 per poter tagliuzzare i propri brani preferiti per il proprio “ringtones”. Il tutto nasce evidentemente dall’accordo con le major, da cui da tempo giunge un forte richiamo per i diritti dovuti dall’uso di brani conosciuti in funzione di suoneria per il cellulare. Il paradosso è nel fatto che molti altri telefoni permettono di usare i file musicali come suoneria senza che l’utente vada a pagare alcunchè di aggiuntivo, il che rappresenta un limite per l’iPhone e rappresenta probabilmente il giogo che Apple deve portare per tenere ben oliati i rapporti con le major della discografia.
Nemmeno la versione 7.4.1, però, è a quanto pare sufficiente: un nuovo workaround è già stato descritto online ed Engadget prevede entro poche ore la versione 7.4.2 per chiudere l’ennesimo “bug” diplomatico. Nel contempo iTunes mostra anche qualche nuova funzione aggiuntiva: un semplice “rentalmovie” trovato sul software lascia ipotizzare la prossima apertura di un servizio di “affitto” dei film, scostandosi così dalla politica di vendita finora adottata. Nessuna data è al momento disponibile e da Cupertino non giunge ovviamente ancora alcuna conferma ufficiale.