iTunes e App Store diverranno presto uno dei più importanti business di Cupertino, tanto da poter essere paragonato alla vendita di iDevice e Mac. È quanto emerge da un’indagine di Macquarie Capital, società che prevede entro il 2020 un guadagno per la delivery digitale pari al 36% degli interi introiti di Apple.
Solo per quest’anno, gli analisti di Macquarie Capital prevedono un grande impatto di iTunes sui guadagni targati mela morsicata, pari a 30 miliardi sulle entrate nette del gruppo. Un dato che, da solo, è maggiore di tutte le entrate dell’83% delle 500 migliori compagnie S&P:
«È quasi equivalente al business di iPad ed è più delle previsioni sulle entrate di Facebook, Yahoo, LinkedIn e Netflix insieme».
Un guadagno, quello di Cupertino, che aumenterà di anno in anno, proprio perché in futuro sarà il software – e non l’hardware – a guidare le scelte dei consumatori. Le previsioni – che tengono conto delle eventuali variazioni del mercato iOS, del possibile calo musicale di iTunes in favore di servizi di streaming e delle nuove potenzialità di digital delivery dovute e nuovi prodotti come Apple TV – vedono per il 2020 una quota di vendite digitali pari al 36,4% di tutti gli introiti Apple, praticamente un terzo di ogni business in cui la mela morsicata sarà impiegata.
Vi è però una variabile interessante, che potrebbe rendere il successo di Apple ancora più elevato. Nell’analisi è infatti considerato solo il margine dovuto ad applicazioni e contenuti iTunes canonici, qualora si contassero anche gli altri settori del environment digitale di Cupertino – tra cui i film – la previsione si rivelerebbe addirittura conservativa. Quel che effettivamente accadrà entro il 2020 è tutto da vedere, chissà però che non si possa già da ora tentare di ipotizzare le strategie future di Cupertino. Fra queste vi potrebbe essere una rivoluzione di App Store, per svecchiarlo dalle ormai tradizionali funzioni con l’inclusione di un rinnovato modello di revenue sharing, ma anche una sempre più focalizzata attenzione sullo streaming o la distribuzione a basso costo di contenuti audiovisivi.