In seguito all’acquisizione di Lala.com, le cose a Cupertino potrebbero cambiare radicalmente, a cominciare dal remunerativo modello di business creato da Apple con iTunes. All’improvviso lo streaming sembra avere le carte in regola per soppiantare il download.
Secondo il Wall Street Journal, ci sono grosse possibilità che iTunes si fonda col Web e il cloud computing:
Secondo persone messe a parte delle novità, Apple inc. […] sta ventilando una revisione nella modalità con cui vende e immagazzina la musica con lo scopo di aumentare la propria influenza sul Web. La chiave di volta dell’intera faccenda è la neo-acquisita LaLa Media Inc. e il suo servizio di streaming musicale, per il quale Apple ha sborsato $85 milioni (contrariamente ai 17$ milioni riportati da TechCrunch, n.d.T.). […] Laddove Apple iTunes richiede che l’utente scarichi la musica su un computer specifico, Lala.com consente agli utenti di ascoltare la musica attraverso un browser Web: ciò significa che i clienti possono accedere agli acquisti da qualunque luogo, fintanto che sono connessi ad Internet.”
Il motivo che spinge a ritenere plausibile un cambiamento di tale portata è, secondo il giornale, il fatto che questi cambiamenti potrebbero arrivare già a partire dall’anno prossimo, e in seconda istanza poiché (contrariamente al solito) Apple ha assegnato posti chiave nell’operazione a tutto l’esecutivo Lala.
Certo, questa nuova impostazione permetterebbe ad Apple di vendere musica su diversi siti Web e di uscire dalle sbarre dorate di iTunes: la musica potrà infatti essere acquistata anche da chi non ha neppure installato il player multimediale di Cupertino; e oltretutto, ciò spiegherebbe la costruzione della gigantesca Server Farm nel North Carolina. Alcuni dubbi però restano. Come traghettare la musica già posseduta dagli utenti sul nuovo sistema senza poter prima accertarsi che sia stata acquistata regolarmente? E poi, siamo davvero certi che gli utenti intendano passare da un file fisico e discreto ad un imponderabile servizio? E se non c’è connettività quando l’utente intende ascoltare musica? E quanto inciderà questo sui consumi dei dispositivi?
Insomma, l’idea è affascinante e al tempo stesso spaventosa. Che Cupertino abbia la potenza di fuoco per rivoluzionare nuovamente il mercato della musica online è evidente, e sotto gli occhi di tutti. Ma le questioni da mettere a punto sono davvero parecchie e, ammesso che sia possibile, per un cambiamento di tale portata ci vorrà tutta la delicatezza di cui Apple è capace.