Il servizio non è ancora stato inaugurato, ma pare che sia già un successo in raccolta pubblicitaria: iTunes Radio, lo streaming musicale gratuito che Apple introdurrà il 10 settembre negli USA, ha già catalizzato 10 milioni di dollari per ogni singolo brand desideroso di sponsorizzare la piattaforma. Cifre da capogiro, molto di più di quanto riescano a ottenere concorrenti celebri come Spotify.
Stando ad alcune indiscrezioni pubblicate da Ad Age, Apple sarebbe riuscita a convincere società come McDonald’s, Pepsi, Nissan e Procter & Gamble – molte delle quali già in passato hanno partecipato a specifiche campagne iAd – a investire su iTunes Radio. Qualche tempo fa, invece, è emersa l’indiscrezione su una tariffa d’entrata di 1 milione per singolo brand, segno di come Apple stia puntando davvero in alto per i guadagni della piattaforma. I 10 milioni a marchio sopracitati, tuttavia, sarebbero per garantire a queste società l’esclusività di sponsorizzazione nel loro settore industriale.
iTunes Radio consentirà l’ascolto gratuito in streaming dell’intera libreria musicale di iTunes Store, proponendo uno spot sonoro ogni 15 minuti e un messaggio video ogni ora. In alternativa, l’utente può decidere di liberarsi dalla pubblicità sottoscrivendo un abbonamento a iTunes Match, all’incirca 25 dollari l’anno, senza alcun altro costo aggiuntivo. La differenza di tariffa rispetto ai competitor, perciò, vede Apple già vincente alla partenza: non solo l’ascolto gratuito sarà privo di limitazioni – Spotify, ad esempio, dopo i primi 6 mesi limita lo streaming a 10 ore – ma l’abbonamento premium annuale costa all’incirca come poco più di due mesi sui servizi della concorrenza.
Con un’offerta così invitante per gli utenti, a cui si aggiunge un catalogo di brani davvero ineguagliabile, non è difficile capire perché le aziende siano disposte a pagare così tanto per investire in pubblicità sulla piattaforma: iTunes Radio è un successo annunciato. Ed entrate così importanti non faranno bene solamente alle tasche di Cupertino, ma anche alle case discografiche e ai musicisti indipendenti, perché oltre al pagamento delle royalties riceveranno una parte dei guadagni pubblicitari secondo il modello del revenue sharing. Sui compensi ai detentori dei diritti si è in realtà discusso per mesi e Apple ha rischiato di non riuscire a lanciare il progetto: in un primo momento, infatti, pare che il gruppo volesse offrire compensazioni più basse rispetto alla concorrenza. Un altra questione, infine, rimane da risolvere: fino a oggi, iAd non è stato il successo che Apple si sarebbe aspettata. Sarà proprio iTunes Radio a farlo risorgere?