Quando negli anni scorsi il gruppo di Mountain View presentò Project Jacquard fu chiara fin da subito l’intenzione di innovare il concept dei dispositivi indossabili: non più solo smartwatch o smartband, ma veri e propri abiti pressoché indistinguibili da quelli tradizionali, all’interno dei quali nascondere sensori e superfici touch per l’interazione con applicazioni e funzionalità di ogni tipo. Levi’s ha fin da subito sposato questa visione, giungendo in questi mesi al lancio del Commuter Trucker Jacket.
L’azienda, tramite il suo numero uno Chip Bergh, rende noto di essere già al lavoro su una nuova versione della giacca smart. Il CEO, intervenuto a una conferenza organizzata dal Wall Street Journal, immagina un futuro in cui ogni singolo capo di vestiario sarà in grado di offrire feature avanzate, spalancando così le porte all’era del wearable computing. Un costume, ad esempio, potrà rilevare il battito cardiaco durante una sessione di allenamento in piscina e tracciare le performance dell’atleta. Non è da escludere nemmeno l’integrazione di un microfono per impartire comandi vocali all’assistente virtuale, così come oggi avviene su smartphone e device di vario tipo.
L’attuale versione del Commuter Trucker Jacket (in vendita negli Stati Uniti al prezzo di 350 dollari) è destinata principalmente ai ciclisti, che sfruttando la tecnologia sviluppata dal team Advanced Technology and Product di Google possono ad esempio ottenere indicazioni stradali per raggiungere la destinazione senza dover estrarre lo smartphone dalla tasca. Il segreto è costituito dalla presenza di un tessuto in grado di rilevare le interazioni dell’utente per attuare di conseguenza feature come la gestione delle chiamate o il controllo dei brani musicali ascoltati. Queste le parole di Bergh, in merito alla direzione intrapresa da Levi’s.
Dobbiamo onorare il nostro passato, ma al tempo stesso siamo chiamati a dare fiducia al futuro e alle sue innovazioni.