Gli utenti più smaliziati (leggi “smanettoni”) in procinto d’acquistare un fiammante iPhone 3GS dormano pure sonni tranquilli. È vero che Apple ha aggiornato la bootrom dei nuovi modelli in circolazione da una decina di giorni, ma le speranze di praticarvi il jailbreak non sono sepolte. Anzi.
La falla che viene correntemente usata da strumenti quali Blackra1n o Pwnage Tool (il cosiddetto “24kpwn exploit”) sembrava essere stata corretta da Apple nei nuovi iPhone commercializzati. In realtà, la nuova bootrom si limita a interferire col processo ma non ne risulta del tutto immune.
In poche e più chiare parole, ciò significa che per il momento il jailbreak è ancora possibile, ma ogni volta che spegniamo il telefono (o la batteria si esaurisce completamente), per poterlo avviare nuovamente è sempre necessario collegarlo ad un computer. Ovviamente, non è detto che questo stato di cose permanga ad libitum; il Dev Team è ben cosciente della faccenda ed è già al lavoro per scovare una nuova falla che sollevi l’utente dal fastidio di ricollegare il telefono al Mac ad ogni riavvio.
Ovviamente, data la natura della questione non è possibile stabilire la data di rilascio di un nuovo e più funzionale software: tutto dipenderà dalla bravura degli hacker e dalla loro fortuna. Tuttavia, a mò di paragone, sorte analoga era toccata all’iPod touch di seconda generazione. Un cambiamento nella bootrom di quest’ultimo aveva da principio impedito agli utenti un jailbreak completo, e i tempi d’attesa per un nuovo Pwnage Tool compatibile non furono eccessivamente lunghi.
Il gioco del gatto e il topo riprende, dunque, e sembra che anche stavolta il topo l’abbia fatta ancora franca.