Jawbone avrebbe deciso di abbandonare il mercato consumer per diventare un fornitore di prodotti e servizi medicali. Il produttore statunitense ha già svuotato i magazzini, quindi non distribuisce più fitness tracker, altoparlanti Bluetooth e auricolari. Si apprende ora che il rilancio avverrà con un modello B2B in un settore più remunerativo rispetto a quello dominato da Fitbit e Apple.
Hosain Rahman, CEO e fondatore di Jawbone, aveva smentito le notizie pubblicate dalla stampa specializzata, affermando che l’azienda non lascerà il business degli indossabili. Nel post di giugno 2016 aveva anche promesso che gli utenti continueranno a ricevere supporto per tutti i prodotti già venduti. Ma la realtà è un’altra: basta infatti leggere le numerose proteste sui social network (Facebook, Twitter e Instagram) per constatare che il customer service non esiste più. L’ultimo fitness tracker (UP4) è stato annunciato ad aprile 2015.
Secondo le fonti contattate da TechCrunch, Jawbone avrebbe ottenuto 951 milioni di dollari da vari investitori, tra cui Andreessen Horowitz, Sequoia, Kleiner Perkins, JP Morgan, Mayfield e Khosla, ma buona parte dei soldi sarebbero già stati spesi. Nel frattempo, il valore dell’azienda è diminuito del 50%. La soluzione per uscire da questa crisi sarebbe l’ingresso nel settore dei dispositivi clinici. I fitness tracker, venduti direttamente ai consumatori, garantiscono margini di profitto molto bassi, mentre i prodotti e i servizi offerti ai medici e agli operatori sanitari permettono di ottenere maggiori guadagni.
A fine dicembre, Fitbit ha deciso di ritirare una denuncia per violazione di brevetti contro Jawbone, affermando che l’azienda è ormai sull’orlo della bancarotta (categoricamente smentita da Jawbone). Nei prossimi mesi si conosceranno probabilmente i dettagli sull’ingresso nel mercato dei prodotti medicali.