Non è il più tranquillo e sereno dei momento in casa Uber. Le controversie in corso con le lobby del trasporto su gomma (anche in Italia), le accuse di sottrazione di tecnologie per la guida autonoma, il presunto utilizzo di un’app per aggirare i controlli e un’indagine interna relativa a molestie sessuali stanno causando scossoni che arrivano fino ai vertici societari. Non è un caso se il numero uno del gruppo Travis Kalanick viene sorpreso litigare furiosamente con un autista del servizio.
Ne è l’ennesima dimostrazione l’abbandono del proprio ruolo da parte di Jeff Jones, nominato presidente della compagnia solo pochi mesi fa, nell’ottobre dello scorso anno. Le dimissioni sono state ufficializzate nel fine settimana, con la distribuzione di un comunicato (riportato in forma tradotta di seguito) agli organi di stampa. Non vi è alcun riferimento diretto alle questioni e alle vicende elencate poc’anzi, ma più in generale all’impossibilità di proseguire nel proprio incarico a causa di divergenze con la linea assunta da Uber per la crescita del proprio business.
Mi sono unito a Uber per la sua missione e per la sfida nel realizzare soluzioni globali in grado di consentire all’azienda di maturare e prosperare nel lungo termine. Ora è chiaro, invece, come i principi e l’approccio alla leadership che hanno guidato tutta la mia carriera non siano in linea con quanto ho visto e appreso durante la mia esperienza in Uber. Per questo non posso continuare a rivestire il ruolo di presidente del business di ride sharing. Ci sono migliaia di persone meravigliose nell’azienda e auguro sinceramente loro di fare bene.
Travis Kalanick è successivamente intervenuto con un’email indirizzata a tutti i dipendenti della società, in cui il CEO informa di quanto accaduto.
Voglio informarvi che Jeff Jones ha deciso di dimettersi da Uber. Jeff si è unito alla società nell’ottobre 2016, dopo essere statp CMO per la catena Target. In sei mesi ha avuto un impatto importante sull’azienda.
La decisione di Jones, secondo alcuni, è legata a doppio filo con la volontà espressa da Kalanick di assumere un COO. Questo avrebbe finito per ridurre notevolmente il suo potere decisionale all’interno dell’organigramma societario.
In seguito al nostro annuncio di voler assumere un COO, Jeff è giunto alla difficile conclusione di non vedere per lui un futuro in Uber. Sfortunatamente l’annuncio è stato diramato attraverso la stampa, ma penso sia importante inviarvi un’email prima di intervenire pubblicamente.