Jimbo Wales, il padre di Wikipedia, ha un progetto ambizioso: fare della rete un’agorà in cui poter discutere liberamente di politica e dove i massimi rappresentanti della classe dirigente possano avvicinarsi alla cittadinanza per coglierne le esigenze e proporvi le proprie idee. Il tutto prenderà forma sotto il nome di “Wikia” (campaigns.wikia.com).
Jimbo Wales
Per annunciare la propria idea Wales ha pubblicato una lettera aperta in cui invita espressamente i politici a farsi avanti affinchè la piattaforma Wiki possa diventare la base di un nuovo tipo di discussione, un nuovo modo di fare politica: non più decisioni calate dall’alto, ma partecipazione, discussione, collaborazione. Wales parla del wiki come di un mezzo ambisce a ricoprire il ruolo che fu delle televisioni negli anni ’50: un “broadcast media” per una politica “broadcast” allora, una piattaforma aperta per una politica di discussione oggi.
«Jimbo, are you crazy?»: Wales se lo chiede da sè ed ammette di non avere tutte le risposte al problema che egli stesso solleva. Colui che ha reso reale l’utopia di Wikipedia ora ambisce ad una chimera ancora più coraggiosa: portare i prossimi candidati sul web a dialogare con il cittadino, annullando le distanze e rivoluzionando le fonti del dibattito politico. A questo scopo l’invito è rivolto espressamente anche e soprattutto all’utenza: Wales chiede di bloggare, scrivere, parlare dell’iniziativa. Se Wikia riuscirà ad imporsi la politica non potrà fare a meno di prendere in considerazione l’idea e, una goccia alla volta, il cambiamento sarà autenticamente possibile.
L’idea è con tutta evidenza ambiziosa ma si inserisce in un filone culturale che da anni, ormai, tenta di portare il web nel dibattito politico così come tenta di portare il dibattito politico sul web. Il merito dell’iniziativa è premiato dalle citazioni tanto sul blog di John Battelle quanto su CNet. Si segnala il fatto che Wikia cerca volontari per le traduzioni internazionali del progetto.