«L’anno passato è stato un grande anno per Wikia! Il recente report Comscore ha evidenziato come gli utenti unici statunitensi siano triplicati! In Febbraio Wikia ha raggiunto oltre 510 milioni di pagine viste al mese, in aumento rispetto ai 320 milioni del Novembre del 2007». Sono queste le parole con cui è stato introdotto l’ultimo comunicato stampa presente sul sito Wikia, comunicato risalente al mese scorso. Il prossimo comunicato probabilmente già non ci sarà più, perché i grafici ed i numeri hanno solo avuto il merito di sottolineare l’evidenza: l’insostenibilità di un progetto, l’ennesimo progetto presentatosi come il nuovo “Google killer”.
Uno ad uno, tutti i vari “killer” di Google hanno nel tempo abbandonato le proprie velleità schiacciati da un motore di ricerca che nemmeno i miliardi di Yahoo e Microsoft hanno finora saputo scalfire. I vari progetti nati pieni di promesse hanno visto spegnersi l’entusiasmo nel giro di poco tempo dai primi pirotecnici annunci, e così è anche per Wikia. L’annuncio arriva direttamente dal blog di Jimmy Wales, fondatore del progetto e già a capo di Wikipedia. Il suo discorso è pieno di rammarico, ma tuttavia onesto nel suo sviluppo: Wales sottolinea la forte crescita registrata da Wikia (+172% nell’ultimo anno contro ad esempio il +228% di Facebook), ma al contempo spiega che le speranze andavano ben oltre.
«In una differente economia, continueremmo a supportare Wikia Search. È qualcosa a cui tengo profondamente. Tornerò di nuovo e poi di nuovo ancora al mondo della ricerca durante la mia carriera, sia come investitore che come collaboratore, donatore o cheerleader». Non ora, però. Wikia Search chiude i battenti seduta stante e le risorse saranno dirottate su altri progetti sotto il marchio Wikia quali Wikia Answers.
Wikia sarebbe insomma vittima della stretta che l’economia ha apportato, tagliando i fondi e costringendo a rinunce forzate per concentrare ogni sforzo sui progetti di maggior successo. Wikia Search rimarrà nei ricordi soltanto come il “Wikia killer”, antagonista di sé stesso, vittima dell’economia e di una promessa insostenibile.