Google ha la possibilità di scivolar via dalla morsa della Commissione Europea: lo ha esplicitamente annunciato Joaquin Almunia, commissario europeo per la concorrenza, il quale ha voluto così fare il punto della situazione per una indagine partita mesi or sono e che nel frattempo ha visto accumularsi segnalazioni e denunce contro il motore di ricerca di Mountain View.
Le parole di Almunia, però, hanno una doppia chiave di lettura. Da una parte la Commissione Europea sembra essere ben disposta nei confronti di Google, offrendo una possibilità e quindi aprendo ad uno scenario nel quale i problemi vengono risolti senza sanzione alcuna; dall’altra, però, sembra essere questo una sorta di ultimo avvertimento: se Google non reagirà puntualmente ed in tempi brevi alle osservazioni della Commissione, allora lo scenario potrebbe mutare radicalmente e l’atteggiamento delle autorità europee potrebbe farsi meno disponibile.
Ha spiegato Joaquin Almunia, confermando la collaborazione fin qui garantita da Google alla discussione sulle vertenze: «Credo che mercati che si muovono tanto rapidamente possano beneficiare in modo particolare da una risoluzione rapida dei problemi in quanto a concorrenza. Ripristinare la competizione in termini rapidi a beneficio degli utenti è sempre meglio che optare per lunghe procedure». La Commissione opera insomma una scelta precisa, forse anche facendo tesoro in ciò della lunghissima vertenza che l’UE ha discusso con Microsoft negli anni scorsi.
La proposta a Google è quindi ufficiale: la Commissione Europea avrebbe ravvisato alcune verità nelle denunce di alcuni gruppi che si sono sentiti lesi nel modo di procedere del gruppo di Mountain View e per questo motivo si chiede a Google di intervenire a correzione di quanto ravvisato. Sebbene non vi siano indicazioni specifiche, al momento, circa le osservazioni della Commissione, le indagini sarebbero durate ormai 18 mesi ed entro poche settimane l’UE pretende segni tangibili da parte di Google a dimostrazione della volontà di correggere eventuali distorsioni sul mercato.
I casi son due a questo punto: o Google correggerà la propria posizione, offrendo così soddisfazione ai gruppi denuncianti ed alla Commissione, oppure sfiderà il giudizio europeo rischiando una sanzione che potrebbe arrivare fino al 10% degli introiti (così come successo in passato a Microsoft e ad Intel). Joaquin Almunia mette in tavola le due soluzioni e sarà ora Google a dover scegliere se fare un passo indietro o se sfidare autorità e concorrenza.