Ai tempi del Venice Project era un miraggio, ai tempi di Joost è stata una chimera, oggi diventa definitivamente una vaporware story: Niklas Zennstrom e Janus Friis concludono la propria avventura nella distribuzione video con una cessione che pone i sigilli ad un progetto che, nonostante grande copertura mediatica e mirabolanti promesse, non è in realtà mai riuscito a spiccare il volo.
«Il video è una priorità per il nostro gruppo e tramite l’acquisizione degli asset Joost saremo in grado di offrire agli inserzionisti, ai produttori di contenuti ed agli editori una piattaforma globale end-to-end»: Tyler Moebius, CEO Adconion Media Group, ritiene possibile una immediata moltiplicazione dell’offerta e dell’audience attuale, il che intende creare una alternativa plausibile per la distribuzione dei contenuti online ricavandone introiti derivanti dalla raccolta pubblicitaria di responsabilità Adconion.
Adconion focalizza la propria attuale attività sulla pubblicità legata ai video online. Per questo motivo la parte più rilevante della propria futura scommessa è nella “Pre-roll”, ovvero nell’inserzione di 15 secondi che il gruppo conta di apporre ai video a disposizione. Con l’acquisizione di «taluni asset di Joost» Adconion avrà ora a disposizione nuovo materiale e nuovi spazi, permettendosi così nuovi margini di manovra per estendere il proprio mercato. Ci siamo rivolti direttamente al gruppo per avere dettagli maggiori sull’operazione, ma è stato possibile accedere soltanto alle proprietà acquisite (il trademark, la libreria dei contenuti ed una dozzina di dipendenti); nessuna informazione ufficiale, invece, relativamente al costo della transazione.
La parte acquirente ha dalla propria 306 milioni di impression al giorno per 327 milioni di utenti unici, il tutto per oltre 1250 campagne promozionali attualmente attive sul network. Joost, per contro, ha lunghi mesi di agonia alle spalle, alla ricerca di una identità mai trovata ed abbandonato infine dal duo Zennstrom/Friis ormai economicamente e mentalmente impegnati nuovamente in Skype. Friis da parte sua ha benedetto l’operazione descrivendo il mutuo interesse nell’incontro tra le parti e, soprattutto, vedendo in questo passaggio di mano la scelta di maggior valore per il destino di Joost. Dietro le dichiarazioni di circostanza, però, sembra sentirsi chiaro un respiro di sollievo che racchiude tutti i problemi del gruppo prima e tutte le incomprensioni con il CEO Mike Volpi poi.
Nei giorni in cui Babelgum ha rivisitato la propria organizzazione nel senso di un radicale taglio dei costi, Joost ha definitivamente chiuso la porta ad un futuro ormai perso da tempo. Il modello della distribuzione video auspicato (prima basato su client di proprietà, quindi deviato al web-based) ha alzato bandiera bianca e la prima conseguenza sul mercato è lo smembramento di Joost ed il proseguimento delle attività del brand sotto il controllo di un nuovo gruppo.