Gli echi di GMail arrivano fino in Italia e Libero è la prima sponda ove il tutto sortisce conseguenze: 5 Luglio, è ufficialmente disponibile la versione beta di Jumbo Mail, la prima casella di posta italiana da 1Gb. Sulla scia di quanto proposto da Google e quanto anelato da Yahoo! ed altri, Libero porta così la propria casella di posta a dimensioni molto maggiori rispetto alla media del mercato, e tutto ciò in nome del mutato rapporto degli utenti con la posta elettronica.
«La produttività multimediale dell’utente internet sta aumentando grazie alla diffusione sempre più ampia degli apparecchi di elettronica di consumo come fotocamere e videocamere digitali; questa dinamica fa sì che l’utente debba spostare file di grosse dimensioni: noi gli diamo lo strumento ideale per farlo». Portando avanti questo “credo”, il team Libero ha predisposto una casella di posta avente, oltre la quantità di spazio a disposizione, una peculiarità del tutto particolare: gli allegati, infatti, non viaggiano con il messaggio ma rimangono a disposizione su un server apposito pronti al download. Il destinatario della mail riceverà semplicemente una notifica ed avrà a disposizione un link il cui click permetterà di accedere al server della casella di posta e scaricare quanto ricevuto.
Jumbo Mail è un servizio completamente gratuito che va a potenziare le caselle di posta identificate con libero.it, iol.it, inwind.it e blu.it. Il mancato invio degli allegati permette al mittente di non doversi neppure preoccupare dell’eventuale limitata dimensione della casella del destinatario, in quanto il messaggio non verrà mai allocato altrove se non sul proprio server. Attualmente Libero annovera una schiera di 17 milioni di caselle di posta attivate con un traffico medio di 20 milioni di mail quotidiane.
Un dubbio sorge spontaneo: e se Jumbo Mail venisse usato come sistema file-sharing alternativo? Secondo il Corriere della Sera l’ipotesi è plausibile, ma i rischi connessi a tale attività potrebbero essere sufficienti da fungere da deterrente preventivo: la prova del reato è fuori del controllo dell’utente in quanto residente su un server esterno al quale si ha accesso solo in download ed upload, non in sovrascrittura o cancellazione. Se condivisione può essere, è tutto a rischio e pericolo dei temerari che si avventurano in tale approccio.