In cima alla piramide di Twitter siede una nuova regina: il suo nome è Katy Perry ed la sua autorità è garantita da oltre 46,5 milioni di follower che ne ascoltano, replicano e propagano i cinguettii. La regina ha spodestato dal regno colui che prima ne deteneva il controllo, ossia Justin Bieber. Una guerra fatta di numeri e di tweet, nel nome del marketing e di para-lezioni di social media.
L’avvicendamento è avvenuto da poche ore soltanto: Katy Perry si è ormai lasciata alle spalle Justin Bieber di circa 100 mila fans: un cambio semplicemente simbolico, la cui notizia è però occasione per fotografare nuovamente il mondo di Twitter, la sua crescita ed il suo modo di occupare volume tra Facebook, Instagram, Google Plus e le altre realtà del comparto. Che Katy Perry abbia occupato la vetta, infatti, interessa probabilmente solo a quelle 46 milioni di persone che ne seguono gli aggiornamenti, ma il fatto che 90 milioni di accrediti complessivi siano stati offerti a due star della musica è invece qualcosa di ben più interessante.
…And so many opportunities to be a light very soon. Your love & support for the music means the world to me. X
— KATY PERRY (@katyperry) October 31, 2013
Non solo: ancor più interessante è il fatto che trattasi di due star per giovanissimi, il che va a segmentare in modo ancor più definito il pubblico coinvolto. Il tutto avviene, non senza significativa ironia, nei giorni in cui Facebook ammette di aver perso appeal tra i più giovani, fascia di utenza ormai ferma al palo di una crescita che il network di Mark Zuckerberg vede con parabola sempre più piatta.
Katy Perry intanto ha affidato allo USA Today qualche “consiglio” per avere successo sui social media: posare il cellulare quando si beve un bicchiere di troppo, non essere troppo indulgenti con se stessi e non usare il proprio account soltanto come promozione personale. Chiamarsi “Katy Perry” potrebbe altresì aiutare, va aggiunto.
Twitter conferma così la propria vocazione di network fortemente piramidale, nel quale pochi twittano e molti seguono, pochi hanno grande successo e molti non ne hanno per nulla. Facebook, per contro, è molto più orizzontale poiché la sua struttura di contatti e condivisioni è basato su tante “bolle” che circoscrivono le utenze dando vita ad una rete più capillare, più solida, ma meno verticale. Numeri futili basati su strutture vuote e semplici cinguettii? Sarebbe una disamina superficiale della situazione. Da questi raffronti numerici, infatti, dipendono previsioni finanziarie e quotazioni miliardarie sul listino azionario di New York: per gli investitori ogni tweet ha un peso ed ogni follower un valore, anche perché ad oggi questi numeri (per vuoti, fasulli o bugiardi che siano) sono l’unica unità di misura in grado di contare, pesare e ordinare le nuove fenomenologie dei social network.