Google ha lanciato da qualche giorno Keen, un nuovo social network che mira a rosicchiare quote di mercato a Pinterest. Si tratta di un progetto che proviene dal team di Area 120 e si basa all’apprendimento automatico dell’intelligenza artificiale di Big G con l’obiettivo di proporre agli utenti contenuti in linea con i loro interessi. Accessibile via Web o tramite app per dispositivi Android, Google Keen è molto ambizioso e mira addirittura, come anticipato dal co-fondatore CJ Adams, a fornire un’alternativa ai feed online. Ovviamente, non è il primo servizio Internet che ha questo obiettivo, ma la differenza la dovrebbe fare appunto l’esperienza di Google nell’apprendimento automatico, che secondo Adams presenterà “contenuti utili relativi ai vostri interessi”.
Come un effetto domino, in sostanza, seguendo determinati utenti o contenuti porterà nel tempo a scoprire approfondimenti e sfaccettature che altrimenti non sarebbero colti. Inoltre, guardando la questione dal lato opposto, Keen potrebbe essere una nuova e importante fonte di traffico per gli editori e gli influencer, soprattutto quelli che promuovono prodotti ed hobby. Insomma, l’idea di base è molto interessante, anche se non proprio originale: fare quello che fanno già altri ma farlo molto meglio con la nostra tecnologia.
Google Keen: utenti molto poco entusiasti
A giudicare dalle recensioni degli utenti sul PlayStore, però, l’impatto iniziale di Keen è stato tutt’altro che positivo: chi ha installato l’app per Android del nuovo social di Google ne lamenta la pochezza dei contenuti e la lentezza dell’app, che però è ancora in fase sperimentale. C’è sicuramente una buona fetta di utenza prevenuta nei confronti di Big G che lancia un nuovo social network, ma i precedenti purtroppo non sono incoraggianti. Nel 2019 il colosso di Mountain View è stato costretto a chiudere in anticipo sulla tabella di marcia Google Plus, il social network che nelle prime intenzione avrebbe dovuto affiancarsi e addirittura sorpassare Facebook. A dare il colpo di grazia a G+ è stato un bug sulla sicurezza che ne ha decretato il decesso dopo anni in cui ha conquistato ben poca gente in ogni angolo del globo.
Google Plus e Shoealace fallimenti annunciati?
Dopo l’addio a Google Plus, Big G ci ha riprovato con Shoelace, un progetto nato sperimentalmente come app per incontri ed eventi locali, ma che è stato sostanzialmente stroncato sul nascere con la “scusa” della crisi sanitaria causata dal coronavirus. Insomma, nonostante le tecnologie e gli strumenti a disposizione, Google non è mai riuscita a sfondare tra i social network e primi indizi non giocano di certo a favore di Keen.