Pur senza entrare direttamente nel merito dell’essenza tecnologico/matematica del PageRank, un giudice ha fatto salvo il sistema di classificazione di Google semplicemente respingendo le prove dell’accusa giudicandole come insufficienti, inefficaci, vane. E’ così che Jeremy Fogel della “U.S. District Court for the Northern District of California” di San Jose ha rimandato al mittente le accuse KinderStart ponendo fine alla vertenza.
L’accusa intendeva mettere in croce il sistema di valutazione di Google in quanto, a causa di un improvviso azzeramento del PageRank del sito KinderStart, i proventi del sito stesso (peraltro provenienti da Google AdSense) erano crollati. Secondo l’accusa, inoltre, nel caso specifico un intervento manuale avrebbe imposto il crollo del PageRank del sito stesso praticando dolosamente un danno. Il rischio di un processo sul caso era per Google quello di dover aprire alcuni dei segreti custoditi nel calcolo del PageRank: l’apertura dell’algoritmo era ovviamente cosa da evitare in ogni modo, ma non c’è stato bisogno di troppa bagarre per imporre il silenzio sulla vicenda. Il caso è formalmente chiuso: mancano le prove.