Periodo nero per Kodak, che stando alle informazioni riportate nell’ultima trimestrale ha perso 46 milioni di dollari, decidendo di lasciare a casa ben 425 dipendenti. Il taglio interesserà 100 persone fino ad oggi al lavoro nella sede di Rochester (New York) e altre 325 dislocate nelle varie divisioni a livello globale. Ridotti anche gli investimenti destinati a progetti già messi in campo, così da limitare il passivo e tornare a produrre utili nel minor tempo possibile.
A innescare il trend negativo sono stati principalmente due fattori: un rallentamento registrato nel mercato della stampa e l’innalzamento dei costi delle materie prime (in particolare l’alluminio) utilizzate nei prodotti. Sono state registrate perdite anche per quanto riguarda la divisione Consumer and Film al lavoro sulla Super 8 Camera presentata due anni fa al CES di Las Vegas e non ancora giunta sul mercato.
Nonostante l’avvento del digitale, alcuni registi continuano a preferire l’analogico per la realizzazione di progetti su 16mm, 35mm o 70mm. Nel 2016 le pellicole girate con questa modalità sono state in tutto 29, meno rispetto alle 64 dell’anno precedente. Ciò nonostante, tra quelle presentate all’ultima edizione del festival di Cannes, ben 15 sono state filmate su pellicola.
Va precisato che la statunitense Kodak (nome completo Eastman Kodak Company) è un’azienda differente rispetto alla britannica Kodak/Alaris, impegnata nella produzione di pellicole 35mm e istantanee. Il gruppo americano focalizza il proprio business sulla stampa commerciale, su quella fotografica e nella distribuzione di pellicole per il cinema. Di recente il marchio è stato associato anche ad alcuni dispositivi mobile come due tablet Android presentati a giugno e l’ibrido Ektra, a metà strada fra uno smartphone e una fotocamera compatta. Iniziative però non sufficienti per uscire da una crisi che prosegue ormai da diversi anni: nel 2012 buona parte dei brevetti è stata ceduta a 12 aziende differenti nel corso di una procedura fallimentare.