Il destino della Baia è appeso ad una serie di vertenze legali che non sembrano lasciar preludere ad un orizzonte roseo per il brand che ha ereditato il difficile ruolo che un tempo fu di Napster. Ciò nonostante c’è ancora chi lavora dietro il progetto The Pirate Bay e l’ultimo messaggio lasciato sul blog è quello di un addio. Una svolta, un cambiamento, la «fine di un’era»: il tracker della Baia viene definitivamente spento.
Così Wikipedia definisce un “tracker”: «Un tracker di BitTorrent è un server a cui ogni client della rete deve connettersi. Prima di iniziare il download il client deve comunicare col tracker così come i client che già hanno iniziato il download devono periodicamente mettersi in contatto con il tracker per poter ottenere un refresh della lista dei peer con cui comunicare». Stando alla descrizione, quindi, il tracker è un elemento fondamentale nella distribuzione dei torrent, fungendo da filo conduttore in grado di far fluire gli scambi proposti dagli utenti. Trattasi però di un quadro vero nel passato ed ormai superato dalla tecnologia. Ed è sulla base di questo cambiamento che la Baia ha deciso di passare ad una dimensione nuova, togliendo la spina a quello che è stato l’esordio di TPB in Rete.
«Ora che il sistema decentralizzato per trovare i peers è così ben sviluppato, TPB ha deciso che non c’è più bisogno di usare un tracker, perciò rimarrà spento! È la fine di un’era […]. Abbiamo già messo il server in un museo». Il post fa riferimento alle tecnologie DHT (Distributed hash table), PEX (Peer Exchange) ed ai “magnet links” quali riferimenti primi per il futuro del protocollo Torrent, il tutto sulla base di test che ne comprovano performance ed affidabilità grazie all’assenza di snodi centrali che possano configurare colli di bottiglia al sistema intero.
«Questo è il futuro. E il presente». Il team TPB saluta così il passato, lanciando la nuova tecnologia verso un futuro che però, per la Baia, appare ogni giorno sempre più compromesso. Per gli utenti cambia poco o nulla, ed il sistema non subirà scossoni, ma il tracker entra nel museo e chiude così la fase di maggior successo dell’intricata storia della baia dei pirati.