Nelle ultime ore toni entusiastici hanno brindato all’esplosione della banda larga in Italia con numeri e formulazioni volte a rilevare la crescita del settore sul nostro territorio. In particolare il Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie sottolinea il fatto che la connessione a banda larga è in uso ormai in un quinto delle famiglie, nel 37% delle imprese e nel 61% della Pubblica Amministrazione. «Un caso di successo, conseguenza della puntuale attuazione del Piano di sviluppo definito dal Governo» sottolinea il ministro Stanca. I numeri continuano sul comunicato ufficiale ed il testo sciorina ulteriori approfondimenti sull’analisi dell’apposito Osservatorio istituito per monitorare il problema.
Non è tutto oro quel che luccica, però. La dimostrazione giunge da un report proveniente dall’Unione Europea e pubblicato sul sito dello stesso Osservatorio per la Banda Larga. Le maggiori discrepanze che emergono sono concernenti, ancora una volta, le aree cosiddette “rurali”, ovvero quelle con una densità di popolazione al di sotto dei 100 abitanti per chilometro quadrato: la media europea doppia il dato italiano. Solo l’Irlanda è messa peggio e, soprattutto, gli interventi istituzionali nel nostro paese non sembrano aver sortito effetti: la crescita nell’ultimo anno è stata insignificante. Emblematico, a tal proposito, il commento diramato da Speedblog: «non vale neanche la giustificazione che le aree rurali non siano interessate alla banda larga. Il tasso di adozione di queste aree rispetto alla media nazionale è di poco inferiore».
Aumenta l’uso della banda larga, dunque, ma non diminuisce il digital divide. Aumenta chi fa un uso effettivo delle connessioni più capaci, ma non aumenta in modo importante la percentuale di territorio avente la disponibilità della banda. Il problema di questa situazione è contenuto nel rovescio della medaglia delle dichiarazioni provenienti dallo stesso ministero: «le famiglie a banda larga si collegano in rete il doppio di quelle a banda stretta, rimangono in rete il triplo del tempo ed effettuano il doppio degli acquisti» (oppure: le famiglie a banda stretta si collegano in rete la metà di quelle a banda larga, rimangono in rete un terzo del tempo ed effettuano la metà degli acquisti).
L’Osservatorio Banda Larga prevede nei prossimi 12 mesi «una crescita degli accessi banda larga di circa 1,5 milioni, superando in questo modo la soglia dei 7 milioni a metà del 2006». In riferimento ai problemi registrati nella diseguale distribuzione della banda, però, il ministero avanza un progetto di intervento dal quale emergono in particolare due fondamentali tematiche:
- «La copertura della banda larga nelle zone remote: tematica sulla quale le Regioni più dinamiche sono già attive e il Governo sta intervenendo in modo mirato, ma occorre estendere le iniziative a tutto il territorio e rafforzare il processo di concertazione tra tutti gli attori interessati;»
- «Il coinvolgimento delle piccole imprese; attraverso la promozione, da un lato, di iniziative formative sugli utilizzi e le potenzialità dell’ICT per lo sviluppo del business e, dall’altro, dello sviluppo servizi di semplice fruizione e adatti alle specificità delle imprese italiane.»