Il piano che prende il nome dal sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani (banda larga in tutta Italia entro il 2012), al momento risulta praticamente fermo. Lo rivela il Corriere della Sera.
Il piano Romani, che a giugno aveva ottenuto tanto interesse e approvazione, e che prevede uno stanziamento da 1.450 milioni, non è ancora stato approvato dal Cipe. Attualmente rimane congelato il finanziamento statale di 800 milioni, la parte maggiore del piano.
La mission era ed è quella di ridurre il divario digitale tra le zone tecnologicamente ricche e quelle più povere. La posizione ufficiale è che i tempi di approvazione del Cipe saranno comunque brevi, ma da altri ambienti governativi arrivano voci contrarie.
Ovviamente, senza il finanziamento pubblico, non partirebbero neanche i 200 milioni che gli operatori telefonici si sono impegnati ad investire nelle zone in questione. L’unica parte del programma in fase di avvio, per ora, rimane quella di competenza di Infratel, l’azienda statale che sta aprendo le gare per il potenziamento delle reti telefoniche nel meridione.