Tutti sanno che l’Italia nel settore della banda larga in Europa è quasi fanalino di coda, il tasso di penetrazione dell’ADSL e dei servizi di utima generazione è davvero basso, per non parlare poi dei problemi di concorrenza legati al quasi monopolio di Telecom.
Ebbene, un nuovo studio dell’Unione Europea che analizza la situazione a 360° evidenzia un fattore nuovo, che è quello della banda larga mobile, fino ad ora non considerata a causa della sua bassa diffusione.
I dati sono molto interessanti e per una volta l’Italia figura bene. Lo studio evidenzia come la banda larga mobile (quindi i collegamenti UMTS, HSDPA) sia in netta crescita e in alcune regioni abbia raggiunto tassi di penetrazione di oltre il 10%. Una diffusione molto alta dovuta molto probabilmente all’uso della connettività in mobilità, e all’utilizzo come alternativa all’ADSL nelle zone dove non è presente.
Da sottolineare però come la banda larga mobile sia più utilizzata in mobilità che come alternativa a quella classica in postazioni fisse.
Degno di nota il terzo posto dell’Italia nell’utilizzo di questo tipo di connettività.
Un dato che non stupisce perché nel nostro Paese, gli operatori di terza generazione si stanno dando battaglia con offerte sempre più aggressive sul fronte di semi flat dati e l’operatore Tre ha da sempre voluto puntare sulla connettività mobile anche come vera alternativa alla connettività classica su cavo.
Per una volta dunque l’Italia ben figura anche se in una ristretta nicchia di mercato.