Il suo nome è John ed il suo cognome è noto a tutti coloro i quali hanno mai valutato l’acquisizione di un antivirus per il proprio computer: McAfee. John McAfee è infatti un pioniere dell’industria degli antivirus e deve la sua fortuna all’impresa fondata negli anni ’80 sull’onda della grande esplosione dei personal computer. Messa alle spalle la sicurezza informatica, però, per McAfee è iniziato un altro capitolo, con il rischio sventato di finire anche nelle colonne della cronaca nera.
La disavventura vissuta da McAfee è raccontata da egli stesso all’interno di un canale locale del Belize, ove risiede da anni. Tutto inizia con una irruzione di forze speciali della Gang Suppression Unit presso la sua abitazione. In linea teorica le autorità intendevano cercare armi e stupefacenti, trovando il padrone di casa sprovvisto della licenza per una delle tante armi in dotazione. Durante il raid è stato ucciso il cane di McAfee ed egli stesso è stato portato via con la forza per ulteriori controlli. Il rilascio è avvenuto soltanto con l’intervento dell’ambasciata americana.
John McAfee ha ceduto la propria azienda ormai da anni (oggi è una controllata Intel), ma il suo cognome è rimasto il brand noto in tutto il mondo per la produzione di soluzioni di sicurezza informatica. Quello che McAfee ha dovuto affrontare il Belize è invece un problema di sicurezza ben diverso e ben peggiore: le armi ed un cane non sono bastate a fermare l’azione delle forze speciali, contro le quali la vittima lancia ora accuse di strumentalizzazione politica.
McAfee spiega di aver contribuito alla realtà locale con generose donazioni e di spiegarsi il raid soltanto con l’assenza di contributi al mondo politico. Il raid non ha però ancora avuto spiegazioni dettagliate.