La BSA, acronimo di Business Software Alliance, nota organizzazione che da anni lavora per contrastare la pirateria informatica, attraverso la diffusione di un report che ha sintetizzato la propria attività relativa ai primi mesi del 2008, ha lanciato l’ennesimo allarme contro la pirateria digitale.
BSA ha ribadito agli utenti del Web di non procurarsi il software nei cosiddetti canali “non ufficiali” (aste online, circuiti torrent) per una questione di sicurezza informatica (il software prelevato dalle reti peer to peer potrebbe contenere dei malware ad esempio).
Secondo le stime di BSA, un compratore su cinque, ha avuto seri problemi di virus derivanti dal software anzidetto. Il 36% degli utenti ha ricevuto programmi che non funzionavano, mentre il 12% è stato frodato poiché non ha ricevuto nulla.
La BSA tiene a precisare di aver bloccato la vendita online di circa 45000 prodotti e di 18000 aste online.
La vendita di materiale protetto attraverso tale “mercato parallelo” e la condivisione in Rete di tali programmi sfruttando la tecnologia legata al P2P, ha cagionato alle major circa 530 milioni di dollari di mancati profitti.
Secondo l’indagine di BSA, circa 630000 persone sarebbero state coinvolte nella condivisione di software illegale.