Compie in questi giorni 50 anni il primo computer italiano, la Calcolatrice elettronica pisana, una macchina che se confrontata con i modelli ultra sottili dei giorni d’oggi fa sorridere, ma che testimonia come la mente umana abbia potuto compiere un progetto fondamentale per lo sviluppo della scienza e della tecnologia. D’altronde è anche merito della Cep se oggi possiamo utilizzare computer come i nostri.
La macchina, nata da un progetto di scienziati illustri come Enrico Fermi, realizzata nella pratica da Adriano Olivetti, stupisce per l’enorme potenza che richiedeva anche per svolgere semplici calcoli matematici. Era costituita da 2.000 transistor, 12.000 diodi al germanio, 3.500 tubi e divisa in diverse unità: di controllo, di memoria, esterna, di alimentazione, aritmetica e di indirizzo.
La calcolatrice, che complessivamente occupava quasi lo spazio di un campo da tennis, svolgeva i suoi compiti sfruttando le celle di memoria all’interno delle quali venivano memorizzati gruppi di cifre binarie. I risultati venivano poi raggruppati in parole, sistemate ognuna con un bit su un piano diverso.
Ricorda in una nota il presidente del Cnr di Pisa, Claudio Montani:
Essa fu l’ultimo lascito del Nobel Enrico Fermi, che ne suggerì la progettazione e il simbolo della creatività e dell’ingegno che alla fine degli anni Cinquanta animava il nostro Paese, rendendolo capace di competere ai massimi livelli sul piano sia scientifico sia tecnologico. Negli anni Sessanta, su impulso di quel progetto sono nati il primo corso di laurea in Informatica dell’Università pisana, il primo centro studi sulle calcolatrici elettroniche (Csce) e il più importante centro di calcolo elettronico nazionale (Cnuce) d’Italia. L’eredità dei due centri è confluita nei tre istituti di ricerca del Cnr che oggi operano nell’area di Pisa: Iit-Istituto di informatica e telematica, Isti-Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione, Ilc-Istituto di linguistica computazionale. L’Università, in 39 anni di corso, ha laureato o diplomato in Informatica quasi ottomila studenti.
Per celebrare l’evento, di grande importanza per la storia della tecnologia italiana e non solo, l’Università di Pisa organizza un convegno, che si svolgerà l’11 e il 12 giugno e dal titolo “Pisa, culla dell’informatica: mezzo secolo dopo la Cep e l’Olivetti di Barbaricina”.