Fino ad ora era capitato solo nei film che il Governo degli Stati Uniti si rivolgesse ai criminali per la propria sicurezza ma ora pare che stia accadendo davvero. Dopo le varie dichiarazioni dell’amministrazione Obama sullo stato pietoso dell’infrastruttura informatica della Casa Bianca sembra che ora siano pronti ad assumere cracker pentiti al pari di hacker.
Esperti buoni e cattivi ma comunque convertiti e pronti a passare dalla parte del governo, il loro compito sarebbe quello di monitorare la situazione dei network governativi. Saranno circa 250 secondo le prime stime, un numero di molto superiore rispetto ai precedenti 80.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una serie di infiltrazione da parte di cracker ignoti che sono riusciti a rubare informazioni sul progetto più costoso in assoluto riguardo la difesa nazionale. Trattasi di un aereo chiamato Joint Strike Fighter per il quale si son messi in ballo 300 miliardi di dollari. A rivelarlo al Wall Street Journal sono stati ex lavoratori del Governo i quali hanno aggiunto anche come le informazioni rubate rendano molto semplice difendersi da un attacco perpetrato con lo specifico velivolo vittima di spionaggio.
Il problema è stato nel fatto che alcune delle compagnie che hanno collaborato alla realizzazione del progetto avevano delle falle nella sicurezza del loro network: attraverso tali punti deboli è avvenuta l’intrusione che ad ogni modo, precisano dal Pentagono, non ha toccato i dati più importanti e sensibili che, non a caso, erano su carta.
La provenienza e l’identità di chi ha attaccato non sono state chiarite anche se voci insistenti sembrano guardare ancora una volta alla Cina. La cosa non sarebbe una novità: già in passato la Cina è stata accusata da diversi Governi di aver effettuato attacchi informatici a scopo dimostrativo e non. Recentemente, poi, funzionari statali statunitensi hanno affermato che ci sono state infiltrazioni nel network della US Air Force sempre da sistemi situati oltre la Grande Muraglia.