Diceva J.F. Kennedy «Non chiedetevi cosa può fare il vostro paese per voi, chiedetevi cosa potete fare voi per il paese». Barack Obama riutilizza sostanzialmente la medesima formula a proposito della SOPA, pubblicando una nota di grande importanza che sembra poter mettere una pietra sulla normativa pur senza bocciarne i principi di fondo.
Un intervento equilibrato, al di sopra delle parti, che suggerisce il dialogo come alternativa allo scontro. Un intervento saggio, insomma, per evitare uno scontro che rischiava nelle prossime settimane di farsi feroce (soltanto nelle ultime ore i proponenti avevano già riformulato la proposta, pur senza scalfire il muro-contro-muro innescatosi). La firma non è direttamente quella del Presidente, ma è piuttosto un intervento congiunto da parte del suo team: Victoria Espinel, Intellectual Property Enforcement Coordinator at Office of Management and Budget, Aneesh Chopra, U.S. Chief Technology Officer e Howard Schmidt, Special Assistant to the President and Cybersecurity Coordinator for National Security Staff. La Casa Bianca ha parlato, le parti non potranno ora che tenerne pesantemente conto.
Il team di Barack Obama è formalmente intervenuto sulla questione in risposta a due petizioni con le quali si tirava il Presidente per la giacchetta auspicando un’opinione dall’alto sul tema. Obama non si è tirato indietro ed ha fatto sapere cosa ne pensa: sebbene un intervento in favore dei detentori di copyright sia considerata cosa assolutamente necessaria, al tempo stesso l’Amministrazione boccia a priori qualsivoglia intervento legislativo che possa ostacolare la libertà d’espressione o che possa mettere a rischio la possibilità di investire con sicurezza nel paese. L’intervento diffuso dalla Casa Bianca, insomma, spiega tra le linee che la SOPA (Stop Online Piracy Act) non possa essere approvata così come è stata proposta, ma al tempo stesso sostiene che qualcosa vada fatto per far sì che la pirateria possa essere fermata (anche e soprattutto se proveniente da siti esteri).
Obama chiede particolare attenzione per tutti quelli che sono gli intermediari: strumenti di pagamento, motori di ricerca ed altre entità di questo tipo vanno trattate con i guanti poiché ogni intervento in merito potrebbe avere pesanti ripercussioni. Il Presidente ricorda inoltre come la stessa Internet vada tutelata, poiché nessuna normativa può mettersi di traverso nel vincolarne la crescita (o almeno non sarà l’amministrazione Obama a farsi fautrice di manovre di questo tipo). Si esprime evidente scetticismo sulla SOPA, insomma, ma tutto ciò senza prendere tuttavia posizione: l’idea è quella di evitare scontri o ricerche di responsabilità, ma di evitare la lotta di campo in favore di un necessario intervento da concertare e sviluppare coinvolgendo tutte le parti che si possano sentire chiamate in causa.
L’invito è pertanto estremamente deciso: alle parti si consiglia di discutere ed agire. Se nessuno vuole rischiare di vedere le autorità intervenire a modo proprio, sono gli attori del mercato a dover trovare una soluzione che metta le parti d’accordo sui principi di fondo. Ad ognuno, insomma, è girato l’invito ad agire proattivamente in sostituzione della SOPA, ad evitare semplici commenti distruttivi ed oppositivi ed a presentarsi costruttivamente per risolvere la questione. Una frase, pertanto, riecheggia dalla storia: «Non chiedetevi cosa può fare il vostro paese per voi, chiedetevi cosa potete fare voi per il paese».