Dopo un anno di licenziamenti e di scelte dettate dalla cosiddetta crisi, è interessante confrontare i diversi “big” del settore ICT per misurare, partendo dal giudizio offerto dal Nasdaq, le diverse risposte alla crisi economica. Ed i numeri non sembrano essere quelli di un settore in crisi, o almeno è possibile fotografare una risposta di grande sostanza alle difficoltà incontrate.
Ogni gruppo ha una sua storia, ognuno è in una fase differente del proprio stadio di sviluppo ed ogni situazione è comunque figlia del periodo precedente. I vari tassi di crescita non sono pertanto omogeneamente confrontabili. Quel che ne esce è comunque una crescita consistente in tutti i casi ed anche il gruppo che ha registrato il recupero minore (Microsoft) era di per sé quello che meno aveva pagato gli alti e bassi dei mesi immediatamente successivi al crack dell’economia.
L’economia è una cosa, la finanza è un’altra. Dal grafico è estremamente chiaro. Chi ha acquistato azioni nel momento in cui tutto il mondo piangeva i relitti della congiuntura economica, ora può brindare alla crisi. E un giorno racconterà ai propri figli di quando, in pieno declino dei listini, si fidò dell’ICT per raddoppiare il proprio gruzzoletto.