All’inizio dello scorso anno Kim Dotcom è stato arrestato, con un blitz nell’abitazione dell’imprenditore che ha portato alla definitiva chiusura dei servizi Megaupload e Megavideo. Secondo uno studio condotto dalla Carnegie Mellon University nell’ambito del progetto Initiative for Digital Entertainment Analytics, la messa offline delle due piattaforme ha giovato agli affari dei siti che offrono lo streaming e il download legale dei film.
I dati presi in esame sono relativi alle ricerche condotte da Brett Danaher e Michael D. Smith, in 12 paesi di tutto il mondo e per un periodo pari a 18 settimane. Da questi emerge che, nel lasso di tempo considerato, i proventi ottenuti dalla distribuzione autorizzata delle pellicole cinematografiche in digitale sono cresciuti del 6-10% rispetto a quanto Megaupload era ancora in attività. Per dimostrare il legame tra lo spegnimento dei server gestiti da Dotcom e il segno positivo fatto registrare dall’industria dei film online sono stati analizzati principalmente i paesi in cui l’utilizzo del cyberlocker era più diffuso: Spagna, Francia e Belgio.
È proprio in questi territori (oltre che in Messico) che nelle settimane successive alla chiusura di Megaupload si è potuto osservare un incremento repentino nel numero delle vendite, come mostra il grafico allegato. Una tesi che andrebbe a confutare quanto sempre sostenuto da Kim Dotcom, ovvero che il suo servizio non ha mai rappresentato una piattaforma per lo scambio di file pirata, bensì uno strumento utile per la promozione di artisti e forme d’arte di qualsiasi tipo, cinema compreso.
Di recente la piattaforma è tornata online, con un nuovo nome e una nuova struttura, “a prova di blitz” secondo i responsabili: MEGA. Nei prossimi mesi è atteso anche il lancio di Megabox, dedicato esclusivamente allo streaming musicale e con funzionalità di tipo social.