Nello scorso mese di marzo, la CIA ha lanciato una nuova campagna di annunci pubblicitari per il reclutamento negli Stati Uniti, affidandosi alla radio e ai media main stream.
Il Los Angeles Times ha dedicato anche un articolo alla classe di marketing, dell’Università della Southern California, a cui la CIA si è rivolta per avere idee da utilizzare nel rivolgersi ai giovani, dando tra gli altri “vincoli”, al processo ideativo, quello di fare proposte che tenessero in conto la “varietà etnica” piuttosto che concentrarsi esclusivamente sulla bandiera.
Chi lavora nel marketing, e in particolare nel Web marketing, ha trovato molti spunti per farsi domande: anzitutto non è chiaro come si possa interpretare la periodicità delle campagne pubblicitarie della CIA, e se quest’ultima in particolare sia da mettere in relazione a qualche aspettativa delusa nei numeri del reclutamento 2008.
Inoltre, l’attuale impegno nella campagna via radio segnala una difficoltà nell’utilizzo del Web marketing (e quest’ultimo delude rispetto alle attese), oppure ci sono (semplicemente) strategie diversificate?
Si sa che la CIA ha una pagina su Facebook dal dicembre 2006 e che da lì si arriva anche a un video su YouTube (Clandestine Service Ad). E questo, tutto sommato, è davvero il minimo che si possa fare. Ma evidentemente non finisce qui: altrimenti che senso avrebbe, sul sito ufficiale, una pagina di giochi (la CIA Kids Page) dedicata ai bambini?