Blogspot, il servizio fornito da Blogger.com per ospitare i siti dei suoi utenti, è stato bloccato dal governo cinese. Dall’8 gennaio, tutti i siti ospitati su Blogspot risultano inaccessibili in Cina. Gli utenti cinesi non hanno ricevuto spiegazioni per il blocco e si sono rivolti in massa a Pyra Laboratories, società che gestisce il servizio. Jason Shellen, direttore commerciale di Pyra Laboratories, ha dichiarato all’agenzia Reuters che il blocco non è stato causato da problemi tecnici.
Gli utenti cinesi possono ancora aggiornare i propri siti, ma non possono leggerli. Il blocco è da collegare verosimilmente alla vicenda di Tao Haidong, un uomo arrestato a luglio con l’accusa di aver pubblicato sul proprio weblog articoli nei quali attaccava i leader cinesi e prediceva una prossima crisi economica del paese. Secondo la Human Rights in China di New York, Haidong è stato processato l’8 gennaio ed è in attesa della sentenza.
Pyra Laboratories non è in grado di dire quanti utenti di Blogspot risiedano in Cina. Non è la prima volta che il governo cinese interviene sui siti occidentali; prima di Blogspot erano stati oscurati numerosi portali e motori di ricerca, tra i quali AltaVista, Google e Yahoo!. Un ufficiale del Ministero dell’Informazione ha dichiarato alla Reuters che «il governo cinese non direbbe mai ai siti occidentali cosa pubblicare e cosa no. Hanno libertà d’espressione», ha spiegato, aggiungendo che il governo si limita ad impedire l’accesso. Ma c’è chi ritiene che questa politica potrebbe essere controproducente: «I blocchi non fanno altro che creare altri dissidenti», ha dichiarato uno studente cinese nel suo sito ospitato da Blogspot: «I blogger che hanno qualcosa da dire non saranno scoraggiati dai blocchi. Troveremo altre vie».