Non basta controllare i blog, non basta controllare i siti navigati, non basta controllare i motori di ricerca: ora la Cina intende controllare anche le mappe a disposizione online. L’obiettivo è quello di fornire alla rete un punto di vista univoco sulla questione spinosa dei confini di stato, ove varie sono le contese ed i problemi politici in atto.
418 cartine “politically correct” sono dunque a disposizione per un download gratuito. Così facendo la Cina spera di sopperire ai problemi che 256 diversi siti creano mettendo online mappe differenti ed evidenzianti errori a livello di specifiche isole o della “provincia” di Taiwan (secondo Reuters «l’auto-regolamentata isola si è divisa dalla Cina alla fine della guerra civile del 1949, ma Pechino ha rivendicato l’appartenenza di Taiwan al paese come provincia e ha promesso un attacco se dovesse dichiarare formalmente l’indipendenza»). Facile è ipotizzare una pressione istituzionale al fine di un adeguamento delle cartine devianti verso una espressione conforme a quanto diramato a livello centrale.
C’è molto più della geografia dietro le semplici mappe disponibili online. L’importanza di Internet in questo contesto di battaglia politica e comunicativa è di assoluta rilevanza: «le mappe online si diffondo rapidamente nella rete e hanno un’enorme influenza». Il media elettronico ha una importanza di primo piano e la partecipazione dell’utenza cinese costringe i piani istituzionali ad intervenire per mantenere quel controllo già improntato attraverso altri canali (ma che sulla rete avrà abnormi difficoltà ad imporsi nel lungo periodo).