Un rivoluzionario robot volante si prepara a esplorare il lato oscuro della Luna nel 2026, nell’ambito della missione cinese Chang’e 7. L’obiettivo è individuare preziosi depositi di ghiaccio lunare nei crateri più profondi del polo sud lunare, una scoperta che potrebbe rivoluzionare il futuro dell’esplorazione spaziale.
L’ambiziosa missione si inserisce nella strategia spaziale della Cina, che vede Pechino in diretta competizione con gli Stati Uniti. Il programma prevede il dispiegamento di quattro diversi elementi: oltre al drone volante, saranno impiegati un orbiter, un lander e un rover per analizzare minuziosamente la superficie lunare.
Non è la prima volta che si parla di acqua sulla Luna. Nel 2020, i ricercatori cinesi avevano già individuato tracce di acqua nei campioni prelevati durante la missione Chang’e 5. Ma è nei crateri perennemente in ombra che gli scienziati sperano di trovare consistenti depositi di ghiaccio, fondamentali per sostenere future missioni umane.
Il responsabile del programma lunare cinese, Wu Weiren, ha illustrato come il drone esplorerà uno o due crateri particolarmente profondi. Questi avvallamenti, mai raggiunti prima, potrebbero custodire preziose riserve d’acqua ghiacciata.
Il progetto rappresenta un tassello fondamentale per la realizzazione di una base di ricerca cinese al polo sud lunare. Il ghiaccio lunare potrebbe infatti essere convertito in acqua potabile, ossigeno e persino carburante per i razzi, riducendo drasticamente i costi delle missioni spaziali.
Il robot è stato progettato per resistere alle condizioni estreme dei crateri lunari, dove le temperature precipitano fino a -250 gradi Fahrenheit. La sua capacità di spostarsi tra zone illuminate e in ombra permetterà di mappare con precisione la distribuzione del ghiaccio.
Gli scienziati mantengono comunque un cauto ottimismo. Lo sfruttamento effettivo delle risorse lunari dipenderà dalla quantità e dalla forma dell’acqua individuata. Nel frattempo, la Cina prosegue il suo ambizioso programma spaziale, mirando a far atterrare i suoi astronauti sulla Luna entro il 2030.
La missione Chang’e 7 evidenzia come l’esplorazione spaziale sia diventata terreno di competizione geopolitica, dove ricerca scientifica e interessi strategici si intrecciano indissolubilmente. La corsa alla Luna del XXI secolo è ufficialmente iniziata.