La Cina ha annunciato che proibirà l’uso di Windows 8 sui nuovi computer del governo. Su tutti i desktop, notebook e tablet acquistati dallo stato deve essere installato un diverso sistema operativo. La decisione, che non riguarda i prodotti venduti all’utenza consumer, è stata presa per garantire la sicurezza dei computer utilizzati dai dipendenti del governo. Microsoft ha più volte consigliato l’upgrade a Windows 8.1 (o Windows 7) proprio per avere una maggiore protezione contro gli attacchi informatici.
Attualmente, oltre il 50% dei computer in Cina esegue Windows XP. Dato che il supporto per il vecchio sistema operativo è terminato da oltre un mese (8 aprile), il governo aveva chiesto la collaborazione delle aziende locali per sviluppare patch alternative. Nonostante ciò, il Central Government Procurement Center crede che gli utenti possano rimanere indifesi nei confronti di eventuali attacchi da parte degli hacker. A fine aprile, Yan Xiaohong, vice direttore della National Copyright Administration, aveva affermato che lo switch a Windows 8.1 non verrà effettuato in quanto le licenze hanno un costo troppo elevato.
Ora si scopre un altro motivo che ha portato al ban del nuovo sistema operativo: la Cina non vuole lasciare la gestione degli aggiornamenti nelle mani di un’azienda straniera. Prima o poi, infatti, Microsoft interromperà il supporto anche per Windows 8.1 e quindi si ripeterà una situazione analoga a quella di Windows XP. Il governo vuole quindi sviluppare un proprio sistema operativo basato su Linux.
Microsoft non ha rilasciato nessuna dichiarazione ufficiale. Chiaramente la notizia non è molto positiva per l’azienda di Redmond che, tra l’altro, aveva annunciato recentemente la disponibilità in Cina di Office 365.