La CNIL, Commission nationale de l’
Google rispose alla lettera di sollecitazione della CNIL (69 le domande formulate in tutto) inviando una prima serie di risposte (24 su 69), ma lasciando in sospeso il discorso. La CNIL si ripresenta ora alla porta di Larry Page chiedendo che il gruppo faccia di più per offrire piena soddisfazione alla Commissione Europea. Perché se non si arrivasse ad un compromesso per Google (già alle prese con altre pendenze in tema antitrust) la questione potrebbe farsi pericolosa.
Nella forma c’è tutta la cortesia che il ruolo istituzionale impone. Nella sostanza, invece, c’è il muso duro di una CNIL che non intende passar sopra ai non-detto che Google ha lasciato nella sua precedente risposta all’autorità francese. Che i rapporti tra le parti non siano dei migliori lo testimoniava del resto già la risposta di Google, con la quale si metteva in discussione il ruolo stesso dell’Art.29 Working Party e le procedure conseguite per portare avanti l’approfondimento: un motto di sfida, anche in questo caso espresso con i dovuti formalismi, finalizzato apparentemente ad una sorta di delegittimazione del confronto in atto.
E si arriva ora ad un nuovo capitolo della vicenda, con lo scontro che passa ad un nuovo livello facendosi più aspro sotto forma di domande che vanno a restringere sempre di più il campo delle accuse.
Isabelle Falque-Pierrotin, Presidente CNIL, ringrazia infatti Larry Page per la risposta e per le informazioni offerte, ma il resto della missiva è tutto fuorché un ringraziamento: «[…] per gran parte delle domande, gli elementi offerti non danno una precisa, chiara e comprensibile risposta alle nostre questioni. Mentre in alcuni casi le domande potrebbero non essere state capite o non ben spiegate, molte risposte semplicemente offrono esempi illustrati senza descrivere l’esatto procedimento che Google attualmente adotta».
La CNIL, insomma, non è soddisfatta delle risposte ricevute ed ammette con chiarezza di volere da Google spiegazioni ben più approfondite. Ed offre anche una nuova deadline: entro l’8 giugno prossimo la CNIL desidera poter analizzare gli elementi ulteriori che il gruppo saprà offrire in relazione a tutta una serie di domande che l’autorità francese ribalta nuovamente verso Mountain View, dettagliando dove, come e perché non sia stata ritenuta soddisfacente la risposta fornita.
La nuova missiva della CNIL è disponibile in formato pdf sul sito dell’autorità. Le parti si sarebbero inoltre incontrate nelle ultime ore per una formalizzazione delle osservazioni della Commissione circa la nuova policy annunciata da Google. La CNIL spiega di pretendere maggior chiarezza soprattutto in relazione all’utenza “passiva” (quella tracciata da servizi quali AdWords, AdSense, Analytics o G+), dopodiché presenterà il proprio rapporto alla Commissione Europea: tale rapporto sarà la base su cui l’UE lavorerà per giungere ad una conclusione circa il comportamento di Google nella gestione della privacy e circa eventuali violazioni delle normative.