La Commissione Europea tira per le orecchie Facebook. Lo fa in maniera indiretta, con un comunicato che enuncia in modo particolare le entità virtuose, ma lo fa in modo chiaro tenendo fuori da questo elenco quello che ad oggi è il leader indiscusso del settore con 700 milioni di utenti già coinvolti.
La comunicazione, in particolare, intende porre in rilievo quel che i social network prevedono per i minori ed il modo in cui ne tutelano le identità e la sicurezza online. Mark Zuckerberg, che in passato non ha fatto mistero di voler estendere anche ai più piccoli le porte del proprio network, deve quindi fare i conti con una analisi che mette dalla parte dei buoni soprattutto Bebo e MySpace («impostati in maniera tale da impedire automaticamente che i profili degli utenti minorenni siano accessibili all’esterno della cerchia dei contatti da loro selezionati») e che esclude Facebook anche dal gruppo dei network che garantiscono per i minori contatti solo da amici (Bebo, MySpace, Netlog e SchuelerVZ).
Mi rammarico del fatto che la maggior parte dei siti di socializzazione in rete non garantisca sistematicamente che i profili dei minori siano accessibili esclusivamente ai contatti da loro approvati. Sarà mia premura chiedere loro un chiaro impegno per colmare tale lacuna nell’ambito della revisione del quadro di autoregolamentazione attualmente in discussione. Questo non soltanto per proteggere i minori da contatti indesiderati, ma anche per tutelare la loro reputazione online. I giovani non sono pienamente consapevoli delle potenziali conseguenze della pubblicazione online di troppi dettagli sulla loro vita privata. L’educazione e la guida dei genitori sono sì necessarie, ma vanno integrate con altre forme di protezione che si devono protrarre finché i giovani non saranno pienamente consci delle conseguenze delle loro azioni
Le parole di Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea responsabile dell’Agenda digitale, sono la sentenza che la Commissione Europea ricava dalla ricerca effettuata su 14 grandi nomi del social networking odierno. Queste le risultanze:
- 13 su 14 siti testati forniscono informazioni di sicurezza, assistenza e/o materiale didattico concepito su misura per i minori (tutti i siti ad eccezione di Arto);
- su tutti i siti in cui sono disponibili, le informazioni sulla sicurezza destinate ai minori sono piuttosto chiare e adeguate all’età dei giovani internauti, evidenziando buoni progressi rispetto alla prima valutazione dell’anno scorso (cfr. IP/10/144). Tuttavia su diversi siti web tali informazioni non sono ancora facilmente reperibili;
- gli strumenti di assistenza offerti sono più efficaci rispetto al 2010. 10 dei 14 siti analizzati rispondono alle richieste di assistenza degli utenti, rispetto ai 5 siti su 14 del 2010. Nella maggior parte dei casi i tempi di risposta sono inferiori a un giorno;
- 9 siti (Arto, Bebo, Facebook, Giovani, Hyves, Netlog, One, Rate e SchuelerVZ) mettono a disposizione condizioni d’uso facilmente comprensibili per i minori e/o una versione semplificata per i più giovani delle condizioni o del codice di condotta;
- Bebo, Facebook, Myspace, Nasza-Klasa, One, Rate e SchuelerVZ forniscono informazioni sulla sicurezza facilmente reperibili e comprensibili per i ragazzi e i loro genitori.
- Bebo e MySpace sono gli unici siti che garantiscono automaticamente che i profili dei loro utenti minorenni siano accessibili solo alla cerchia ristretta dei loro contatti;
- solamente Bebo, MySpace, Netlog e SchuelerVZ impediscono automaticamente che i minori possano essere contattati da persone al di fuori del loro elenco di contatti;
- gli altri 10 siti testati consentono ad “amici di amici” (ossia amici dei propri contatti approvati, che non avendo una relazione diretta con l’utente sono potenzialmente sconosciuti) e/o utenti che non figurano tra gli amici di contattare i minori con messaggi personali e/o commenti sui loro profili pubblici (ad es. foto, blog, ecc.);
- 12 siti web su 14 (tutti eccetto Rate e Zap) impediscono l’accesso ai profili di minori da motori di ricerca esterni come Google o Yahoo!, rispetto ai 6 siti riscontrati nel 2010; tuttavia nella maggioranza dei siti è possibile trovare profili di utenti minorenni ricorrendo a motori di ricerca interni.