Era il 20 Aprile 2009: con un assegno da 7.4 miliardi di dollari Oracle sembrava essersi fatta beffa di IBM riuscendo a far propria la Sun Microsystem. 9.5 dollari “cash” per ogni azione, pacchetto azionario Sun alle stelle, quotazioni IBM in calo a scontare la batosta. Java e Solaris sembravano essere gli asset di maggior pregio, quelli in grado di dar vero lustro all’operazione. A distanza di mesi, però, tutto è ancora in forse.
Le autorità europee intendono ancora lasciare nel limbo l’acquisizione. La Commissione Europea, infatti, si è presa 90 giorni di tempo per decidere sul caso, spostando pertanto la deadline al 19 Gennaio 2010. Secondo il Commissario Neelie Kroes trattasi di una scelta dovuta «quando il maggior gruppo di database proprietari al mondo propone l’acquisizione del maggior gruppo di database open source»: Secondo la Kroes, la Commissione dovrà effettuare tutte le verifiche del caso per assicurare all’utenza massima concorrenzialità sul mercato.
La Kroes, inoltre, fa notare che il mercato dei database è già ampiamente concentrato, vedendo l’85% del fatturato nelle mani di 3 soli attori: Oracle, IBM e Microsoft. Se l’acquisizione di Sun andasse in porto tale orizzonte andrebbe compattandosi ulteriormente, mentre «la Commissione ha il dovere di assicurarsi che le alternative continuino a rimanere disponibili».
Il Department of Justice (DOJ) statunitense ha già dato il proprio benestare all’operazione e, mentre si segnalano già i primi effetti positivi sulla concorrenza dettati dalla nuova possibile posizione di forza di Oracle, l’UE congela tutto in attesa che l’argomento possa essere adeguatamente approfondito.