La contraffazione sul Web non è più affare esclusivo dei contenuti multimediali. La rete offre opportunità inimmaginabili, sia in senso positivo che negativo, ed è così che il Web si trasforma anche in un vero e proprio spaccio di medicinali illegali, peraltro tramite vie apparentemente innocue.
Il quadro emerge da un workshop tenuto ieri da Domenico Di Giorgio, responsabile delle attività anticontraffazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco. L’argomento trattato è proprio quello della proliferazione di nuove vie per il commercio online di medicinali non consentiti dalla legge italiana. Ad essere danneggiati, oltre ai clienti cui vengono venduti prodotti in molti casi nocivi per la salute degli stessi, anche numerosi organi istituzionali.
È proprio da siti insospettabili che parte l’intera catena: tramite un’attività di falsificazione dei risultati delle SERP dei principali motori di ricerca, aggiungendo metatag in maniera forzata all’interno di portali appartenenti a organi ed enti italiani, i siti Web delle farmacie fraudolente ottengono visibilità, risultando dunque affidabili agli occhi dei motori. Un processo gestito da esperti della rete, una serie di professionisti in grado di mettere in piedi un circuito piuttosto complesso, con l’obiettivo di rendere impossibile ogni possibile tentativo di intercettare il traffico illegale.
Regno Unito, Canada, USA, India, Svizzera, Germania: quello che potrebbe essere senza alcun problema l’elenco dei membri di un convegno tra i Paesi più importanti al mondo è in realtà solo una serie di tappe intermedie dell’intera filiera, ognuna destinata a determinati scopi. Un paradigma completamente diverso da quello tradizionale, che si regge essenzialmente sull’impossibilità di verificare con certezza il percorso dei medicinali acquistati in rete, tramite quelle che possono essere considerate a tutti gli effetti pseudo-farmacie, in grado di rivelarsi strumenti letali per la salute.
«Il mercato della contraffazione da internet sta contagiando sempre più il territorio» spiega Di Giorgio. «Alcune delle indagini recenti delle forze dell’ordine hanno fatto emergere una nuova tendenza: dei distributori in proprio di farmaci acquistati su internet». Il dilagare dell’e-commerce, con cifre in costante crescita, ha offerto su un piatto d’argento ai malviventi la possibilità di creare un circolo vizioso al di fuori della legge. Fortunatamente resta bassa la percentuale di utenti che si dichiara pronto ad acquistare medicine online, preferendo invece la farmacia di fiducia: ciò che può rivelarsi un risparmio in termini economici potrebbe infatti facilmente trasformarsi in un prezzo molto più alto da pagare.