La Corea abbandona il mercato dei DVD

La Corea abbandona il mercato dei DVD

Quando parliamo della Corea del Sud parliamo di un paese nel quale la penetrazione della banda larga è ai massimi mondiali, un esempio per tutti gli altri. Circa il 90% delle case ce l’ha e in Seul tale stima arriva al 107,8%. Il mercato tecnologico legato alla rete è talmente espanso e talmente facilitato dalle alte velocità che tutti possono raggiungere che si sono generati servizi alternativi e unici rispetto al resto del mondo.

Una conseguenza di questo è il tracollo totale delle vendite dei DVD. Un tracollo che non ha pari nel resto del mondo. Nel 2002 le vendite dei DVD hanno generato 673 milioni di dollari e quest’anno 285 milioni.
Tale è la picchiata che i principali studi di produzione hollywoodiani se ne sono andati dalla Corea, nel senso che non hanno più una filiale lì e non distribuiscono i DVD, semplicemente non gli conviene più e ovviamente i negozi che affittano DVD stanno chiudendo in fretta e furia. Solo i Blockbuster sono passati dai 10.000 punti del 2001 ai 3.500 dell’anno scorso. E l’azienda coreana Samsung dà al formato massimo 5 anni di vita.

Questo ci dice alcune cose.
Prima di tutto che ogni paese reagisce diversamente a seconda delle politiche e delle infrastrutture messe in piedi. Qualche mese fa in un discusso post si era parlato di come in America la pirateria video stenti ad incidere sulle vendite di DVD, un paese molto evoluto tecnologicamente eppure dal trend completamente diverso.

In seconda battuta l’evento coreano ci suggerisce una verità che qui si sostiene da molto tempo ovvero che la pirateria non ha a che vedere con le sale cinematografiche. A morire infatti è l’industria dell’Home Video ma non quella delle sale che, sempre in Corea, ha registrato una leggera flessione solo nel 2007 (e per altre cause).
Questo perchè, e non mi stanco di ripeterlo, la sala cinematografica non ha molto a che vedere con i film che vi vengono proiettati dentro (che si possono piratare) ma con l’uso che si fa degli spazi sociali in una metropoli. Andare al cinema è un’attività sociale e ha altre ragioni rispetto alla visione di un film a casa, proprio non è in competizione con il download, semmai lo è con le altre attività da fare in una città e dunque le sale non moriranno nè entreranno in una crisi pesante fino a che non ci saranno cambiamenti nel modo in cui viviamo la città.

Infine un effetto collaterale della rivoluzione della fruizione filmica domestica coreana è che sta spingendo l’evoluzione tecnologica. LG da tempo propone gli hard disk remoti e questi riscuotono un tale successo per l’archiviazione di film che non solo le offerte sono arrivate ad 1 Terabyte gratuito ma soprattutto il traffico da simili hard drive remoti sta soppiantando quello dai circuiti peer to peer.

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