La crisi costa 170 miliardi alle compagnie high-tech

La crisi costa 170 miliardi alle compagnie high-tech

Secondo la First American Funds, le compagnie dei settori high-tech, sulla scia dell’attuale crisi finanziaria e dei suoi influssi sull’economia reale, hanno già provveduto a rivedere le proprie stime di vendita per il prossimo anno.

L’effetto del taglio provocato da questa “revisione” forzata dei ricavi del 2009 sarebbe quantificabile in 170 miliardi di dollari.

Le compagnie prevedono, infatti, nel prossimo anno un forte calo nella domanda di computer, software e altri prodotti high-tech, per quello che, stando alle analisi della FAF, dovrebbe essere il primo declino a partire dallo scoppio della bolla dot-com.

I dati previsionali per il 2009 dei principali leader confermano infatti i dati FAF. Intel dovrebbe conseguire già durante la fine del 2008 un incremento delle vendite mai così basso da oltre un anno e mezzo, con una crescita di 2% a poco più di 10 miliardi di dollari.

Microsoft dovrebbe invece avere un incremento delle vendite nell’anno fiscale di circa il 10% a 67 miliardi di dollari, sebbene molti osservatori siano propensi a rivedere tale elemento.

IBM ha invece comunicato che il proprio consuntivo preliminare riporta un incremento delle vendite del 5% a 25,3 miliardi di dollari: dato che, se confermato, sarebbe inferiore alla media degli analisti.

L’impressione è pertanto che occorrerà attendere l’evolversi della situazione economica statunitense ed europea per esprimersi con maggiore chiarezza.

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