Secondo il Financial Times i grandi gruppi dell’ICT che basano il proprio successo imprenditoriale sui lauti introiti dell’advertising potrebbero subire un repentino declino a causa delle difficoltà che tale tipo di flusso in entrata potrebbe avere. Un gruppo, su tutti, sembra essere quello maggiormente esposto: Google. Il motore di ricerca, infatti, ha iniziato a differenziare da breve le proprie revenue, ma il processo è ancora agli albori e la pubblicità raccolta rimane la fonte più sostanziosa per le casse di Mountain View. Microsoft risulta parimenti esposta se non altro per l’impegno profuso nel settore.
L’analisi basa la teoria su un punto specifico: la recente crisi economica (tuttora non superata) è originata dai mutui subprime. La componente di rischio ha fatto emergere gravi insolvenze e la situazione ha messo in grave pericolo soprattutto il mondo finanziario. E proprio il mondo finanziario risulta essere tra le principali fonti di pubblicità, anche per il mondo online.
David Jakubowski fornisce la prima conferma firmata MSN: molti inserzionisti si sono già dileguati. In tutto il mondo dei servizi per la finanza assommano il 16% dell’intero bacino promozionale: il piccolo calo avuto sinora non avrebbe maturato emorragie troppo ampie ed il tutto è per il momento assorbito senza problemi. Il rischio però rimane, anche e soprattutto alla luce dei continui segnali di insofferenza che le borse continuano a manifestare a cadenza puntuale.
Dopo la crisi di fine luglio Google risultava essere uno dei gruppi più penalizzati, con perdite (fino a 48 ore fa) nell’ordine del 6% circa contro il 3.4% dell’indice Nasdaq e dello S&P (con una punta minima del -10% datato 16 agosto). Microsoft cedeva il 3.3% circa. Nell’ultima seduta tutto si è aggravato: -4% per Apple, -1.3% per Google, -2.2% per Yahoo, -3% per Amazon, -2% per Microsoft, -1.8% per eBay. I principali indici crollano del 2.3%, il tutto per una serie di notizie negative provenienti dal già fragile mercato USA.